In mare verso sud




Marina di Ravenna, 18 giugno 2025 -

È mercoledì e il circolo velico è deserto. Pontili pieni di barche ormeggiate ma nessun marinaio a bordo. È giorno feriale oggi, e tutti lavorano, non hanno tempo da dedicare alle barche. Noi sì, nonostante le fatiche del tempo. Tempo molto triste questo, che ti interrompe ogni emozione, facendoti fare le cose a metà. Sentimenti molto contrastanti occupano la mia anima, fra la voglia di leggerezza e di vacanza, e la pesantezza di questo mondo impazzito, in preda a deliri di guerre e di orrori senza più fine.
Saliamo a bordo, apriamo oblò e tambuccio per far respirare la barca e liberarla dal caldo di questi giorni. I lavori di manutenzione quest’anno non sono stati lunghi, solito tagliando al motore, qualche guarnizione da cambiare, un po’ di sigillante rinnovato lì dove c’è il rischio che entri un po’ d’acqua piovana, una regolata alle sartie per raddrizzare l’albero e nulla più. La cosa più faticosa è stata la sostituzione di uno degli oblò, ormai “incurabile” con una nuova finestratura in plexiglass. Ero un po’ scettico all’inizio, però adesso mi piace, credo che li cambierò tutti, in autunno. Ho anche messo due nuovi pannelli solari, quelli di prima erano oramai letteralmente cotti. Questa estate abbiamo deciso di fare il periplo della Sicilia, fermandoci in tutte le isole e gli arcipelaghi che la circondano: Eolie, Egadi, Pantelleria, Lampedusa. Lo abbiamo previsto in senso anti orario partendo da Siracusa, la mia terra natale. Lo racconteremo in questo diario di bordo, con le parole e le immagini che saremo in grado di realizzare.


 
Giovedì 19 giugno – Adriatico settentrionale
 
Alle 6 in punto abbiamo mollato gli ormeggi, destinazione Termoli. Sono poco più di 190 miglia quelle che ci separano dalla cittadina molisana, e domani pomeriggio dovremmo essere lì in porto. Il vento è quasi inesistente e oltre alle vele aperte abbiamo anche il motore acceso. È quasi sempre così qui in alto Adriatico, o niente vento o venti di burrasca, ormai non ci faccio più caso. Navighiamo in mezzo alle tante piattaforme che costellano le acqua del litorale romagnolo, e in una di esse c’è una grossa nave attraccata; credo che stiano facendo i famosi lavori di costruzione del rigassificatore, ma non ne sono sicuro. Lasciamo le piattaforme alle nostre spalle, “sfiliamo” i mega allevamenti di cozze, più a ovest vicino alla costa, e puntiamo verso Pesaro. A metà pomeriggio siamo davanti al porto di Ancona. Un grosso traghetto della Grimaldi, proveniente dalla costa croata, si dirige in porto, e contravvenendo ad una delle più sacre leggi non scritte del diportista, mi accingo a passargli davanti alla prua, pur sapendo che è un rischio. Calcolato però, perché la sua velocità non sembra alta, noi siamo abbastanza distanti e “lui” deve anche rallentare per entrare in porto. Tutto ciò mi permette di passare davanti agevolmente, pur sotto lo sguardo fulminante di Marinella!
Oltre il Conero incontriamo una densa foschia, e non è piacevole visto che andiamo verso il buio della notte (senza luna) e nel tratto di mare più trafficato dai pescherecci delle varie marinerie, marchigiane e abruzzesi. Dura poco la nebbia, e quando cala la notte il cielo stellato è perfettamente visibile in ogni suo splendente dettaglio, con la sempre meravigliosa via lattea.
 
Venerdì 20 giugno – Adriatico centrale
 
Questa notte Il primo turno di guardia l’ho fatto io, fino alle due del mattino. All’orizzonte, a est, è appena sorto uno spicchio di luna rossastra quando Lella mi dà il cambio. Mi stendo in cuccetta in dinette, accanto alla magnifica pianta di basilico che abbiamo comprato a Ravenna prima di partire. Dormo profondamente per tre ore e alle cinque e mezza, a giorno fatto, mi chiama Lella per il nuovo cambio turno. È sempre molto facile navigare in estate, perché le notti sono molto brevi e anche in due si fa un solo turno a testa con il buio. Questa mattina è anche arrivato un po’ di vento da nord, maestrale per l’esattezza, per cui abbiamo aperto il genoa aumentando la velocità. Da quando abbiamo lasciato Ravenna, 24 ore fa, abbiamo percorso 137 miglia, ed è una discreta media per la nostra barchetta.
Il sole è già caldo, pienamente estivo; per evitare spiacevoli scottature ho sempre tenuto la maglietta addosso, ma non è stata sufficiente. Ho le gambe arrossate, il “giro ascella” in fiamme (ho una maglietta un po’ larghina...) e il collo arrossato. Mi toccherà spalmarmi di aloe per attenuare i danni. Anche Lella non è stata molto prudente, e la sua protezione 50 non ha lavorato un granchè. Faccia arrossata, spalle infiammate, pancia rossissima. Come sempre un inizio disastroso!
Il vento alle spalle ha fatto salire il mare, e quando siamo a meno di un’ora da Termoli una onda robusta ci spinge verso il marina, al di là dell’ennesimo allevamento di cozze. Ci fermiamo al pontile con un forte vento laterale che rende un po’ difficile l’ormeggio, riuscito per fortuna senza urtare da nessuna parte, a dispetto della briccola troppo vicina al finger e alla secca proprio davanti a posto barca. Per chi non lo sapesse le briccole sono quei pali conficcati nel terreno che servono a legarci una barca, come a Venezia con le gondole; e il finger è un piccolo pontile galleggiante, perpendicolare al pontile principale con cui forma un “L”, che delimita un posto d’ormeggio.



 
Termoli è in festa in questo week end, perché c’è il Termoli Comics, un mega raduno di appassionati di games, travestimenti, fumetti, e altre cose a me ignote. Non ci eravamo accorti di nulla e ci eravamo guardati negli occhi, strabuzzandoli, alla vista di un tizio vestito con un gonnellino da greco antico, capelli biondi con boccoli, e schiena nuda da pugile, scambiato prima per una donna un po’ robusta, poi per un trans ancora da perfezionare, e perfino con un “fluido”, (ma non avendolo visto in faccia non sapevo se portava o no i baffi, segno inequivocabile di quest’ultima tipologia). Quando poi abbiamo cominciato ad incrociare samurai, olandesine e personaggi di guerre stellari, tutto è stato più chiaro, o almeno aveva una spiegazione plausibile.
 
Sabato 21 giugno, Termoli
 
Dormita colossale, senza caldo e senza zanzare, grazie ad un venticello che ha soffiato tutta la notte rendendo l’aria più che fresca. Nel pontile di transito ci sono quest’anno anche due barche turistiche, quelle specie di chiatte con il muso da motoscafo, allestite come un bus, con doppia fila di panche nelle quali prendono posto i turisti che vanno alle Tremiti, solitamente per fare il bagno accanto alla statua di Padre Pio, a Capraia. Ci sono altre tre barche a vela, un solitario tedesco con generatore eolico a poppa e pilota a vento, classico allestimento di chi naviga in oceano; poi un gruppo di francesi con barca francese, e infine un trio di italiani, un uomo e due donne. Nessun altro. I francesi ci salutano in inglese, visto la nostra bandiera estera, e noi rispondiamo in francese, solito mix linguistico europeo. Oggi rimaniamo in porto, nessun programma di navigazione. Tiriamo fuori dal gavone il nostro tender “Ev” e lo sistemiamo sopra la tuga, dove rimarrà per i prossimi tre mesi; io salgo in testa d’albero a sostituire una lampadina fulminata e Lella va a comprare verdura fresca e pane. Stasera abbiamo invitato due nostri amici molisani a cena in barca, e nel pomeriggio mi metto ai fornelli per preparare qualcosa di semplice ma sfizioso: melanzane alla parmigiana, pasticcio freddo di patate e maionese, insalata mista con pomodori e olive, un po’ alla greca. Magnifica serata e lunghe chiacchierare in pozzetto fino a tardi, nonostante dalla terrazza del ristorante del marina arrivi la musica a tutto volume e la voce microfonata di un intrattenitore/dj che sta festeggiando il compleanno di un certo Alessandro (che compie 18 anni) con tutta la famiglia, mamma, zie, nonni e nonne comprese. Povero Alessandro, chissà come ricorderà questo giorno...

 
Domenica 22 giugno, Gargano
 
Andiamo alle Tremiti, anzi no, andiamo sotto Vieste, o meglio a Pugnochiuso. Dire che i nostri programmi sono sempre suscettibili di variazione è dir poco. In meno di dieci minuti, dopo aver lasciato Termoli con un bel vento da nord e un mare formato, abbiamo cambiato idea e rotta. Troppo vento e troppo mare per navigare quattro ore di bolina stretta, con la barca tutta sbandata. Cambio di programma, prua verso Vieste e via, decideremo dopo dove andare a passare la notte. Per metà del viaggio il vento ci accompagna, e la nostra Eleftheria viaggia a oltre 7 nodi. Arriviamo a Vieste molto tardi, e abbiamo ancora un’ora di luce per trovare il posto dove fermarci. Alla testa del Gargano ci sono molte insenature favorevoli e ci si ripara bene dal vento di maestrale; purtroppo non dal mare che, accidenti, viene da nord-est e quindi entra quasi in tutte queste baie. Cala Campi è impraticabile, Cala san Felice ancor peggio, arriviamo a Pugnochiuso e qui, volente o nolente ci fermiamo. Riparati dal vento, ma non dall’onda, che seppur smorzata arriva ugualmente sulla nostra poppa. Caliamo l’ancora, fermiamo la barca e fine della seconda navigazione. È fresco la sera, fin troppo per cenare in pozzetto. Ceneremo al chiuso della dinette e in cabina c’è già pronto un plaid per la notte. 

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