Nel paese delle meraviglie
Venerdì 8 settembre, Bologna -
È passato più di un mese da quando ho dovuto lasciare Eleftheria in cantiere a Olbia, e ancora non so quando riuscirò a tornare per riprenderla. Il problema all’invertitore si è dimostrato più serio del previsto. Quando sono partito in traghetto per Livorno pensavo che nel giro di pochi giorni sarei riuscito a tornare e continuare le mie navigazioni, ma non è stato così. Voglio raccontare qui questa estenuante attesa, fra fornitori in ferie e meccanici poco affidabili. Forse non a tutti interesserà leggerla, ma magari a coloro che in barca ci vanno spesso potrà tornare utile per prevenire ed evitare guai in futuro.
Tutto è iniziato a Livorno a metà luglio quando, uscendo del molo del benzinaio, ho ingranato la marcia avanti e la barca non si è mossa. Che strano, mi son detto; ho rimesso in folle, ingranato di nuovo la marcia e la barca stavolta è partita normalmente. Lì per lì non ho dato peso a questa cosa, non ho pensato che potesse essere un segnale serio, o meglio ho sperato che fosse una cosa di poco conto, che fosse stato un mio errore nel calibrare la spinta in avanti del pomello della marcia, ma sotto sotto non ero proprio tranquillo. Il giorno dopo, alla partenza da Capraia succede la stessa cosa, ovvero per far girare l’elica e far andare la barca ho dovuto accelerare molto, e solo dopo qualche secondo la barca si è mossa. Dopodiché nessun problema, l’elica girava normalmente, il motore anche, la velocità della barca la solita.
Arrivati in Corsica non ho più avuto problemi, ma una cosa l’avevo notata: inserendo la marcia non sentivo più quel piccolo rumore “a scatto” che avevo sempre sentito, segno che l’elica iniziava a ruotare trasmettendo il movimento a tutto lo scafo. L’elica adesso si muoveva in modo “fluido”, senza quello “stump” che fino a ieri aveva caratterizzato ogni partenza. Altro segnale che non ho colto e al quale ho dato troppa poca importanza.
Passati i terribili giorni di maestrale, che ci hanno costretto a lunghissime navigazioni contro vento e “contromare” - cosa questa che tutti gli anni mi riprometto di non fare e che alla fine faccio sempre – siamo finalmente approdati in Sardegna, alla Maddalena. Il meccanico, che tutti chiamano “Sentenza” perché pare che non sbagli mai a capire cosa non va nei motori, mi dice che si tratta dei coni dell’invertitore. Io non sapevo nemmeno cosa fossero, oggi purtroppo lo so benissimo, e soprattutto so cosa costano!
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Ingranaggio conico rovinato |
Portata la barca a Olbia, in un cantiere nautico, sono rientrato a Bologna. Sono rimasto d’accordo con loro che avrei provato anch'io a cercare il pezzo di ricambio, visto che la Lombardini Motori Marini è di Reggio Emilia e sicuramente è più facile trovare un ricambista dalle mie parti; prima però devo attendere che smontino il motore e mi dicano esattamente cosa comprare.
La settimana successiva mi chiamano da Olbia e mi dicono che gli ingranaggi rotti sono purtroppo ben tre; pazienza, mi metto subito a cercarli e qui cominciano i dolori. La Lombardini è già in ferie e riapre solo a fine agosto e poi non si occupano loro dei ricambi, ma lo fanno i distributori ufficiali; cerco qualche nome sul sito, faccio alcune telefonate ma oggi è l’8 agosto ed è quasi impossibile che ci sia qualcuno ancora aperto. Provo in Romagna, poi in Campania, e infine in Toscana, ma nulla da fare; trovo anche un rivenditore in Sardegna, a Sassari, che però può solo fornire un invertitore completo e non i singoli pezzi. Ma non mi do per vinto; chiamo il cantiere informandoli dell’esito delle mie ricerche e chiedendo se hanno avuto risposta dai loro fornitori abituali. Poco dopo mi richiama il capo cantiere e con un tono abbastanza burbero mi dice che non stanno cercando nulla: o lo faccio io o lo fanno loro! Rimango un po’ spiazzato, e lì per lì non so cosa rispondere, poi mi scuso e gli dico di cercare dai loro fornitori.
Francamente non credevo che questo mio interessamento fosse visto come una cosa non gradita, perché tale mi è sembrata, come se stessi invadendo un terreno non mio. Metto giù il telefono e resto pensoso. Sono strani questi sardi, sembra quasi che si siano offesi.
Passano un paio di giorni e dal cantiere non arriva nessuna novità. Mando un messaggino sul cellulare ma il capocantiere non mi risponde. Finalmente riesco a parlargli, per pochi minuti perché deve correre da un’altra parte, e mi dice che loro non hanno nessuno e che i loro fornitori riaprono il 24 settembre.
- 24 agosto, dico io.
- No, se ho detto settembre è settembre, mi risponde.
Resto ancora più attonito, ma in che mani sono finito? Non oso replicare, anche se mi sembra impossibile che una ditta chiuda per due mesi di ferie, e faccio finta di nulla. Ho già capito che da questa situazione non ne uscirò a breve.
Metto giù il telefono e mi ributto sul web alla ricerca di ricambisti aperti anche in agosto, non si sa mai. Ricerca infruttuosa, qualche meccanico aperto c’è, ma non vende ricambi, aggiusta trattori o motozappe (Lombardini produce anche molti motori per mezzi agricoli) e i pezzi li deve chiedere alla casa madre, quando riaprirà.
Sono al punto di prima, nelle due settimane centrali di agosto non lavora nessuno da queste parti, a meno che non siano pizzerie e ristoranti, visto che anche a Bologna i turisti cominciano ad essere numerosi. Mollo le mie ricerche e tristemente comincio a pensare a tutti gli errori commessi, a come avrei potuto evitare di finire in questa situazione, forse fermandomi a Livorno a fare riparare la barca lì, dopo il primo segnale; o forse dovevo far variare l’inclinazione dell’elica quando ancora la barca era in cantiere a Ravenna, in modo da farle spostare meno acqua in rotazione e di conseguenza sforzare meno sugli ingranaggi dell’invertitore.
Tutte ipotesi, senza alcuna controprova possibile, e buone solo a farmi star peggio.
Cerco di non pensarci più e lascio che il tempo scorra. Nonostante il caldo afoso di queste settimane decido di tornare a pedalare in bicicletta, giusto per tenermi in forma. Sono però decisamente fuori allenamento, e ci metto un po’ a rifare il fiato e “la gamba” per girare fra le colline del bolognese.
Alle 8,30 del 21 agosto - giorno di rientro di molte aziende dalle ferie – mi piazzo davanti al computer e con il telefono in mano inizio a chiamare tutti. Provo subito alla Techno Drive, azienda del bolognese che produce invertitori marini per mezzo mondo. Mi rimandano al loro distributore di Cesenatico, ma scopro che i motori come il mio montano un invertitore prodotto direttamente dalla Lombardini.
Chiamo subito il distributore di Forlì, gli invio le schede con il disegno esploso dei pezzi che mi servono, ma dopo mezz’ora mi risponde dicendo che non li ha e suggerendo di rivolgermi ad un’altra ditta di Reggio Emilia. Contatto questa nuova ditta, ma sono in ferie per un’altra settimana ancora. Riprovo in Lombardini Casa madre, e un gentilissimo telefonista mi suggerisce di provare a sentire il distributore di Novellara, che dovrebbe essere ben fornito. Ennesima telefonata e finalmente ho il primo riscontro, anche se amaro: a) non si può cambiare solo un ingranaggio ma bisogna prendere tutto il corpo frizione; b) gli altri due ingranaggi danneggiati non sono disponibili in magazzino ma bisogna ordinarli alla casa madre, quindi almeno 15 giorni di attesa; c) il tutto costa oltre 1.100 €!! E da pagare anticipatamente, ovvero senza sapere quando arriveranno realmente i pezzi, perché se non ci sono nemmeno in magazzino centrale, allora bisognerà ordinarli ai fornitori che producono gli ingranaggi.
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No comment |
Mi sembra di star riparando uno Shuttle, e non un banale motore marino, che nulla è se non un semplice e robusto motore da trattore, modificato per far girare un’elica anziché delle ruote!
Vista la spesa da affrontare voglio almeno essere sicuro che i pezzi che sto ordinando siano giusti e quindi richiamo il cantiere a Olbia. Non risponde nessuno, né al telefono né ai messaggi WhatsApp. Provo anche negli uffici, ma stessa cosa. Aspetto ancora fino al pomeriggio e finalmente riesco a parlare con una persona dell’amministrazione, sperando che possa passarmi l’irrintracciabile capo cantiere. Mi dice che mi farà richiamare, cosa che non avviene se non il giorno dopo.
Con tutta la calma possibile, mentre ho ormai il sangue agli occhi, gli faccio presente che sto per fare l’ordine ma prima devo essere certo che tutto quello che serve è lì.
- No, serve anche il kit guarnizioni, mi risponde.
- E quale kit è, con che codice lo ordino, gli richiedo.
- Loro lo sanno quali sono le guarnizioni che servono, mi ridice.
Ricontatto il gentile fornitore di Novellara, che casca dalle nuvole, dicendomi che nel motore ci sono decine e decine di guarnizioni, e non sa proprio quali sono quelle che servono al meccanico sardo. Sempre gentilmente mi invia ben 3 tavole con i relativi disegni evidenziando tutte quelle guarnizioni che secondo lui potrebbero essersi danneggiate, sempre secondo lui, un po’ alla cieca, e aggiungendo il prezzo, che se dovessero servire tutte costerebbero quasi 500 €!!
Mi viene un coccolone. Richiamo il cantiere e manco a dirlo non risponde. Ormai sono quasi le sei del pomeriggio, e dubito che siano ancora al lavoro. Li chiamerò domani e farò l’ordine in ritardo. Intanto gli invio le tavole con i disegni, spero almeno che le guardino e mi dicano cosa gli serve.
La notte ho gli incubi, non faccio altro che pensare ai pezzi di ricambio e dormo malissimo.
L’indomani richiamo immediatamente in cantiere. È sempre occupato ma verso mezzogiorno riesco a parlare con qualcuno. Mi richiama il capo cantiere e con un fare scherzoso (per lui) e irritante (per me), comincia a declamare:
- Tavola 2, buttare. Tavola 1, buttare – Tavole 3, pezzi n....bla bla bla.
E poi termina il tutto con:
- Mi occorre anche il mastice d’accoppiamento.
- Scusi, di quale mastice si tratta, chiedo.
- Loro lo sanno, risponde scortesemente ancora una volta.
Prendo nota di tutto e finalmente faccio questo benedetto ordine a Novellara. Non passano nemmeno dieci minuti che il fornitore di Novellara mi richiama dicendo che uno dei pezzi che ho ordinato costa, lui da solo, ben 170,00 €! Gli sembra una follia e quindi mi consiglia di cercarlo fra i ricambi cosiddetti “commerciali industriali” che sicuramente si trova a prezzi inferiori. Mi dà anche le misure del pezzo, che è un banale anello di gomma che serve da paraolio e che in internet si trova in vendita a pochi euro. Invece per il mastice d’accoppiamento mi dice che è una assurdità richiederlo alla Lombardini a prezzi sempre esosi, qualsiasi meccanico ce l’ha nelle dotazioni d’officina e quindi non lo inserisce nell’ordine.
Va bene così, gli do il via libera a tutto, faccio il bonifico e mi metto pazientemente ad aspettare che questi 15 giorni passino.
La mattina del 4 settembre mi arriva la conferma che i pezzi sono arrivati e che nel pomeriggio partiranno per Olbia. Che sollievo! Mando un messaggio al capo cantiere, che ovviamente non risponde, e vado subito a comprare il paraolio che non avevo ancora preso. Lo trovo proprio a due passi da casa mia, da un rivenditore di cuscinetti a sfera ben fornito, e costa solo 85 cent! Ne prendo due, non si sa mai, e per sicurezza li faccio anche vedere al fornitore di Novellara, che storce un po’ il naso, dicendo che dovrebbero avere la parte interna zigrinata per una maggior tenuta. Torno in negozio ma non ne hanno altri di diversi; mi suggerisce un altro negozio, sempre a Bologna, ad una decina di chilometri da casa mia. Sono in bicicletta, e visto che mi sono un po’ allenato non mi preoccupo della strada da fare. Vado lì e scopro che non ne hanno, ma prontamente mi indicano un altro fornitore, questa volta in zona artigianale, altri 13 km più in là. Vabbè, ormai che ci sono pedalo fino a lì, cosa vuoi che sia. Arrivo da questo altro fornitore, che è veramente ben fornito, ne ha di tutti i tipi, ma zigrinati e della mia misura no. Mi suggerisce un altro fornitore ancora, e ancora più lontano, fuori Bologna, per un'altra decina di chilometri. Tornare a casa e prendere l’auto non ha più molto senso, farei solo più strada, tanto vale continuare a pedalare. Dopo un’altra mezz’ora abbondante di pedalata sotto il sole arrivo a destinazione. Il paraolio della mia misura c’è, ma non zigrinato, solo liscio. Mentre mi asciugo la fronte dal sudore, e cerco di capire dove trovare l’anello paraolio che mi serve, mi viene in mente di chiamare Fabio, il meccanico che qualche anno fa ha messo il motore nuovo sulla mia barca, e lui mi dice che quello liscio va bene lo stesso, tiene benissimo anche senza zigrinatura. Sollievo, ma per sicurezza ne compro un altro, magari è di una marca diversa e più resistente. Il commesso si arrampica con una scala sopra un alto scaffale in questo grande capannone e quando torna giù mi accorgo che è identico ai due che ho già comprato. Non me la sento a dirgli che non lo voglio più, e lo prendo lo stesso, pagandolo però più del doppio, 2 euro tondi tondi, per non dire arrotondati alla bisogna e senza scontrino!
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Paraolio normale |
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Paraolio zigrinato |
Rimonto in bici e torno a Bologna, dopo una pedalata totale di ben 41 km, verificata su Google Maps. Adesso devo spedire anche questa ridicola guarnizione con un pacchetto a parte, e vado in Posta a fare una spedizione celere. L’impiegato mi dice che ci vogliono almeno 4 giorni per la Sardegna, e questa cosa sballa i miei piani, perché se non arriva anche questo pezzo il motore non si può rimontare, e si sposta tutto alla prossima settimana.
Esco dalle Poste e pedalo velocemente verso un corriere, sperando che possa essere più rapido. Così è infatti, e anche se non mi danno la certezza assoluta mi dicono comunque che in un paio di giorni il pacchettino, confezionato da loro medesimi, dovrebbe essere consegnato a Olbia.
E infatti la mattina del 6 settembre, mercoledì, ad appena due giorni dalla spedizione tutti e due i pacchi sono arrivati. Non mi sembra vero, devo solo attendere che il meccanico abbia il tempo di montarli, e da qui a venerdì ci sono ben tre giorni, troverà il tempo per fare questo montaggio, no?
Attendo fiducioso una chiamata dal cantiere, che nel tardi pomeriggio arriva. È Daniel, il meccanico che materialmente sta facendo il lavoro, e con una voce cavernosa mi dice che si è dimenticato di richiedere altri due pezzi, che sono rovinati e vanno cambiati.
- Sono i pezzi 5 e 8 della tavola 3 – dice - e senza quelli non posso rimontare la frizione.
Per qualche secondo non sono in grado di parlare. Deglutisco, chiudo gli occhi, già rivolti al cielo, e cercando di essere il più calmo possibile gli chiedo se non si possono usare quelli vecchi, se non sono messi così male.
- No, mi dice, sono molto rovinati e vanno cambiati.
Azzardo a chiedere quanto tempo ci vorrà per finire il lavoro quando avranno in mano anche questi due pezzi, ma la risposta è “non si sa, dipende da come va il montaggio”. Risposta idiota, ma forse anche domanda da evitare, avendo ormai capito con quali elementi ho a che fare.
Riattacco il telefono e richiamo il mio fornitore di Novellara.
I pezzi non li ha in pronta consegna, e deve ordinarli al magazzino ricambi di Lombardini. Sarà più preciso domattina, ma intanto mi anticipa che costano circa 100 € cadauno.
Alle 8,52 del giorno dopo, mentre seduto a tavola sto facendo colazione con caffè freddo e biscotti, mi arriva sul cellulare un messaggio da Novellara con la ferale notizia che per avere i due pezzi ci vogliono altri 15-20 giorni. Alé, tombola! Caccio un mezzo urlo che fa bloccare sulla porta Marinella e sollevare la testa dalla ciotola anche alla nostra gatta, che mi guarda perplessa e spaurita. No, non può andare così, devo trovare un rimedio. Tengo in stand-by Novellara e mi attacco al telefono cercando di nuovo in tutta Italia qualche ricambista che abbia questi due pezzi in magazzino in pronta consegna. Per fortuna ne trovo uno a Battipaglia, che ne ha ben 5 di queste campane per corpo frizione, ma che li vende ad un prezzo più alto. Non me ne frega più nulla del prezzo, ormai mi sono mezzo rovinato con le spese, li prendo e gli dico di spedirli subito a Olbia. Così è, e alle 10,30 ho anche la conferma dal corriere che è già passato a ritirarli. Se non ci sono intoppi lunedì mattina dovrebbero consegnare in cantiere, e se il meccanico fa il lavoro subito forse a metà della prossima settimana potremo finalmente rientrare in possesso della nostra barca.
So che non è ancora finita e quando arriveremo in Sardegna avrò ancora delle altre sorprese, ma non ho nessuna soluzione, nessuna exit-strategy da mettere in campo, e lasciare la barca in Sardegna per riprenderla il prossimo anno è l’ultima delle cose che vorrei fare.
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