Crotone


Crotone, giovedì 15 giugno –

Sono le 9 e sono ancora a letto. C’è il sole, non la pioggia come previsto e tanto meno l’allerta arancione. Il tavolo della dinette è ancora occupato dai piatti della cena, dal lavandino sbuca il manico della padella, sul fornello la pentola della pasta. Non ho voglia di lavarli. Sto per farmi un caffè quando vedo sul pontile Manuel che viene verso di me. Ieri sera ho chiesto al marinaio della guardianìa se conosceva qualcuno in grado di sistemare l’oblò di prua, e mi ha fatto il nome di Manuel. Ha in mano l’occorrente per fare il lavoro e se necessario per smontare tutto e portarlo via. Decide di fare il lavoro lì, taglia il vecchio silicone, spinge il vetro, che poi vetro non è ma policarbonato trasparente, credo, per farlo uscire dalla sua sede, lo pulisce, lo asciuga, toglie tutti i residui del vecchio sigillante, mette il nuovo, in abbondanza, e poi alla fine rimette il vetro in posizione. Per farlo aderire bene ci mettiamo sopra dei pesi, 20 kg di acqua in bottiglia! Deve stare così tutta la notte, poi domattina torna a rifinirlo.




Prima che vada via gli offro un caffè e facciamo due chiacchiere. È un tipo molto intraprendente e, oltre a saper fare tanti lavori, non solo in barca, ha messo in piedi un progetto di recupero di un parco cittadino che, da luogo degradato, si è trasformato in un centro di aggregazione per giovani, ed ha perfino ripristinato una vecchia pista di pattinaggio, con tanto di scuola e istruttori, che oggi permette a oltre ottanta ragazzi di pattinare e fare sport.

In mattinata è arrivata un’altra barca, un Comet 910 di un altro solitario come me, Mattia, milanese, in viaggio dalla Sicilia alla Grecia. Deve risolvere un problema alla sonda del profondimetro, e anche lui come me è destinato a rimanere bloccato qui per qualche giorno, a causa di questo vento forte di tramontana.


La statua di Rino Gaetano

Nel pomeriggio faccio conoscenza della città di Crotone, un giretto insieme a Mattia, tra il lungomare pieno di bar e ristoranti, e il centro storico stranamente vuoto, sia di gente che di negozi. Sarà per via della pioggia, anche se in realtà piove poco e solo per brevi momenti. Passiamo anche dal porto nuovo, una costruzione grande, molto grande, inutilmente grande, completamente vuota di navi e con un paio di gru che si vedono in lontananza, anch’esse immobili. Chissà perché hanno costruito questa struttura, e perché è così inutilizzata. So già cosa rispondermi, ma evito.

 

Crotone, venerdì 16 giugno

 

A me non sembra ci sia tutto questo ventaccio, ma Windy continua a segnalarmi venti forti in uscita dal Golfo di Squillace e anche da Capo Spartivento e dallo stretto di Messina, tutti puntati addosso alla mia rotta per Siracusa. Sì, perché ho pensato che non ha molto senso andare fino a Roccella Ionica e poi partire da lì per raggiugere la Sicilia, e fare cosi 170 miglia, quando posso farne solo 150 se vado per la via diretta Crotone – Siracusa.

Con questa ipotesi in mente, che diventa sempre più concreta, attendo che Manuel venga a rifinire il lavoro, anzi ne approfitto per farmi consigliare un negozio dove trovare un binocolo al posto di quello rotto in navigazione. Domenico, proprietario del negozio caccia e pesca, me ne fa vedere diversi, e la scelta cade su un Konus 10 x 50 wide angle. Non ne capisco molto di binocoli, mi sembra buono, lo prendo, e capirò in mare alla prima occasione se ho fatto un buon acquisto.


Il binocolo rotto nel tratto
da Leuca a Crotone

Tornando verso il porto passo dal mercato alimentare, dove immancabilmente trovo tantissime bancarelle di peperoncini, freschi, secchi o in polvere; ne compro un tipo tondo, piccolo e verde, che somiglia molto ai cascabel messicani, magari è della stessa famiglia! Prendo anche cipolle rosse, immagino di Tropea, ma mi vergogno a chiedere per non fare brutta figura, e delle buonissime olive verde schiacciate, che il signore che le vende mi assicura fare lui personalmente tenendole cinque mesi nella giara con aglio e origano.


Peperoni al mercato

Rientro in barca e passo il resto della giornata a pulire, sistemare, lavare, leggere, e guardare il meteo. Anche per domani non si prevede tempo buono, forse addirittura c’è più vento di oggi.

 

A Crotone non esiste la raccolta differenziata, o se esiste è ben nascosta da qualche parte. Eppure in città si trovano tanti cestini lungo i marciapiedi, con la classica tripartizione “plastica/vetro/indifferenziato”. Però, secondo quanto mi dice il barista alla Lega Navale, viene poi tutto messo assieme, per adesso stanno facendo le prove per abituare le persone a differenziare, poi la faranno sul serio. Mi sembra una grande sciocchezza, ma non bisogna mai stupirsi troppo perché nel nostro paese può accadere di tutto. La carta però non so dove metterla e me la porto dietro fino a quando non incontro un cassonetto dell’inequivocabile colore blu, accanto ad un altro verde, presumo per il vetro, e tutti e due completamente circondati da decine di sacchetti di plastica, cassette di polistirolo, assi di legno e tanto altro “multimateriale” degno di una discarica abusiva. Peccato, eppure siamo a due passa da Piazza Pitagora, centro della città, con le sue vie pulite e i negozi splendenti.

 

I cestini della differenziata sul 
lungomare

Crotone, sabato 17 giugno

 

Terzo giorno di sosta, spero l’ultimo. Questa notte mi sono svegliato per prendere un’altra coperta. Il vento di tramontana porta aria fresca e l’estate non è ancora arrivata. Stamattina c’è molto vento, ancora più di ieri. Lavo i piatti della sera prima, poi metto nel serbatoio l’ultima tanica di gasolio che mi è rimasta della scorta fatta a Bologna. Con Mattia abbiamo pensato di andare dal benzinaio che sta in città usando un vecchio carrello della spesa che ha visto lì da qualche parte; non abbiamo né io né lui molta voglia di muovere la barca per fare rifornimento dall’altro lato del molo, troppo vento, troppa fatica. Ci andremo nel pomeriggio, però stamattina farò il mio vero e proprio giro culturale di Crotone, andrò al Museo Archeologico. Ho letto sul web che questo è il museo più importante della Calabria, e spero vi siano dei bei reperti da ammirare. L’ingresso è molto economico, solo 5,00 €, e addirittura c’è un biglietto ridotto a 3,00 €. Metto lì i miei tre eurelli, convinto di averne diritto, da ultrasessantacinquenne, ma la cassiera mi dice che lo sconto è solo per i giovani dai 18 al 25 anni. Che strane regole vigono in questo posto, ero convinto che in tutta Italia agli anziani si facesse lo sconto, ma evidentemente qualche eccezione c’è.

Ci sono solo io in tutto il museo, cosa che in qualche modo non mi sorprende e non mi dispiace nemmeno, anzi. Mi accingo a leggere tutto quello che c’è scritto sui pannelli, ad assaporare ogni frase e ogni nozione sulla storia della Kroton ellenica quando una voce squillante e carica di tanti decibel urla nell’atrio lasciate gli zainetti qui alla cassa, che tanto ci sono le telecamere, non portateli dietro le spalle che possono urtare le vetrine, i bagni sono sulla sinistra per chi ci deve andare, io faccio i conti alla cassa e vi raggiungo, poi vi spiego!

Mi crolla tutto il castello di aspettative che stavo costruendo nel mio viaggio turistico solitario; guardo il nutritissimo gruppo, che pensavo di scolari o studenti, e mi ritrovo di fronte ad una comitiva di anziani bergamaschi, che rapidamente si sono impadroniti di tutto lo spazio; qualcuno mi sorpassa, forse diretto al bagno, altri due sono già con la penna in mano per firmare il libro delle opinioni, ancor prima di aver visto il museo, altri ancora si sono addentrati nelle sale ignorando l’ordine impartito dalla guida. 


La sirena

Devo resettarmi e fare buon viso a cattiva sorte; magari posso approfittare delle conoscenze della guida "senza costi aggiuntivi", ma non appena la sento dire che quelle qui presenti sono teste in bronzo del famoso scultore locale che usa la tecnica degli occhi fatti con le pietre preziose e che quest’anno è stato anche a Sanremo mi blocco, resto immobile davanti ad un pannello, senza riuscire a leggerne una riga, e quasi trattenendo il respiro aspetto che tutto il gruppo si muova verso le altre sale per rimanere nuovamente da solo. In effetti non è che stesse dicendo delle panzane la povera guida, è che realmente all’interno del museo archeologico c’è una mostra di sculture in bronzo, datate 2022-2023, di questo scultore di cui non ricordo nemmeno il nome, che si mischiano al resto delle cose esposte, creando prima spaesamento e poi disgusto.

Faccio finta che non esistano e mi concentro sulle “cose antiche”, ma ci sono molti frammenti e pochi oggetti interi, molte monete, qualche bel gioiello, alcuni pezzi in bronzo meritevoli, una statuetta di gorgone alata, un barca della civiltà nuragica, arrivata qui chissà come, e un’anforetta a forma di sirena, con in mano un flauto e un melograno, forse l’oggetto che più mi è piaciuto. È un piccolo museo, ma mi aspettavo qualcosa di più.


È già buio, il vento non ha ancora cessato di soffiare, ma è molto meno forte; ho pagato le mie notti d’ormeggio, ho messo nel gavone di poppa le tre taniche di gasolio, ho messo in carica tutti gli oggetti elettronici, messo via il tavolino, riempito il serbatoio d’acqua dolce e preparato una bottiglia di caffè freddo. Sono pronto a partire per la prossima tappa. E che domattina il meteo non faccia brutti scherzi!

 

 

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