2 - Da Siracusa a Brindisi


19 giugno 2015 – Siracusa

 

Stiamo preparando la barca per la traversata fino a Ravenna. In questi sei mesi non siamo riusciti a fare molti lavori di sistemazione della barca, vuoi per poca conoscenza delle cose da controllare, vuoi per gli impegni di lavoro che ci hanno permesso di muoverci poco. La barca è quindi rimasta così com’era a Natale, senza nessun lavoro extra; giusto un po’ di rifornimenti, cambi olio, qualche riparazione all’albero che aveva un anello un po’ smangiato e nulla più. Abbiamo riempito i serbatoi (acqua e gasolio) e fatto cambusa. Navigheremo per una settimana no-stop fino a Ravenna, per cui la cambusa è particolarmente importante: pasta, riso, couscous, scatolame vario, caffè, formaggi, olive, verdure fresche e affettati, pane e dolci, 27 bottiglie di vino e 12 di birra, insomma tutto quello che ci vuole per 5 persone per 6 giorni interi. E abbiamo anche due taniche di gasolio in più, se dovesse esserci bisogno di rabboccare senza fermarci in qualche porto. 

 




21 giugno 2015 - Navigazione

 

Abbiamo fissato la partenza per stamattina alle 6. Dovremo percorrere 632 nm fino a Ravenna e se il vento ci assiste dovremmo farcela. Sono venuti a darci una mano Cesare, Max e Rossana e il primo turno al timone e di guardia lo facciamo Max ed io. Usciamo dal porto in perfetto orario con rotta 40° e avanziamo a motore con un residuo di onda contro dal vento dei giorni precedenti. Dopo neanche mezz’ora ecco la prima rottura: il vecchio anemometro non più in uso posto in testa d’albero si è staccato dal suo supporto e ballonzola attaccato al solo filo elettrico. Siamo costretti a rientrare in porto e, fermata la barca, a salire fino in cima per toglierlo. Per fortuna ho dietro l’attrezzatura speleo, che è indispensabile per salire da soli sulle cime fisse. Tagliamo il filo, butto via il pezzo ormai inutile e alle 8 siamo di nuovo in mare.

 

Il vento sta lentamente salendo e ad occhio e croce di saranno già una quindicina di nodi, manco a dirlo dritti in faccia, per cui non solo non riusciamo ad andare a vela, ma ci tocca pure un po’ di su e giù con le onde sul naso. Dopo dieci ore di navigazione a motore abbiamo percorso 54 nm e Leuca è ancora lontana.

 

 

22 giugno 2015 - 38°01N – 16°16E. 

 

E’ mezzanotte e siamo a 147 nm da Leuca, sempre a motore. Abbiamo dovuto rabboccare 1 lt di olio perché lampeggiava, speriamo che basti, ne è rimasto solo mezzo litro. Devo assolutamente metterne dell’altro in barca. Ci vuole anche un imbutino, perché è stato un casino dover fare il pieno. Ieri Lella è stata un po’ male con il mare mosso, ma dopo aver preso una xamamina ed essersi coperta sta meglio. Io sono letteralmente svenuto dalla stanchezza, e non ho neanche cenato.


Stanotte i turni sono un po’ saltati, ma li rifaremo. L’ultimo meteo che abbiamo consultato dice che domani sono previsti 20 nodi da N attorno a Crotone, e che nel pomeriggio dovrebbero calare a 10 nodi e poi girare a S. Intanto per oggi sono previste burrasche forza 7 sul canale di Otranto e Adriatico meridionale. 


Sono le dieci del mattino e siamo sempre a motore e con vento e onda contro. Non riusciremo ad arrivare a Leuca se continuiamo con questo mare, perché stiamo consumando molto e mancano ancora 100 nm. Per non rischiare cambiamo rotta e andiamo a Crotone. Il vento è sempre in faccia a 15-20 nodi. Decidiamo di puntare sotto costa per fare rifornimento con le taniche perché il gasolio è agli sgoccioli. Ripartiamo verso Isola Capo Rizzuto ma siamo costretti a fermarci per rabboccare l’olio. Poi il vento cessa, e dopo un po’ di vela per far riposare il motore ritorniamo ad accenderlo. Sono le 18,30, velocità 5 knt. Alle 8 di sera entriamo finalmente in porto a Crotone. Mettiamo 58 litri di gasolio e compriamo 5 kg di olio, non si sa mai. Mangiamo qualcosa in barca e poi alle dieci di sera ripartiamo per Leuca. Ci restano ancora 75 nm e a vela facciamo meno di 4 nodi. Uno strazio.

 

 

23 giugno 2015 

 

Questa è una notte movimentata. Siamo partiti a vela con un leggero venticello da S che ci ha fatto andare a circa 4 knt per un'ora e mezza; poi abbiamo dovuto accendere il motore, che dopo un'ora ha cominciato a diminuire di potenza e a rallentare, per poi riprendere i giri normali a 2000. Lo ha fatto per tanto tempo, e dalla mia cuccetta pensavo che fosse il filtro gasolio. Poi verso le due ha ripreso normalmente. Sono solo in pozzetto, più tardi vado a chiamare Lella per il cambio.


Sono le undici del mattino e mancano meno di 10 nm a Leuca. È sereno con il sole che picchia. Siamo in ritardo sulla tabella di marcia di quattro ore circa. Il motore va sempre ok; ma stiamo vedendo se fermarci a Brindisi per farlo vedere, o anche solo per cambiare il filtro gasolio.

Oltrepassiamo Leuca andando anche con un po’ di vela, ma i guai non vogliono proprio terminare. Poco dopo infatti il motore si ferma. Non si mette più in moto e non capiamo perché. Giriamo la prua verso Leuca e utilizzando il poco vento che c’è proviamo a raggiungere il porto. Rimaniamo un po’ davanti all’ingresso in attesa che un gommone ci possa accompagnare in banchina, e alle tre e mezza del pomeriggio siamo ormeggiati. Aspettiamo che arrivi un meccanico per cercare di capire dove è il problema. Pare che si sia rotta la pompa a C. Io no so nemmeno cosa sia, o meglio so che serve ad alimentare il motore, ma non ho la più pallida idea di come funzioni e come “ripararla”. Il meccanico ci dice che può farlo, ma ce la può dare solo domattina. Pazienza, passeremo la sera a Leuca. La tabella di marcia si complica un po’.

 

 

24 giugno 2015, mercoledì

 

Riparato il motore, si riparte. Si era rotta la membrana e le molle erano finite in mezzo al condotto. È stata riparata mettendo un pezzo da un'altra pompa usata. 

Però nel motore c’erano un sacco di fascette e dadi lenti, che facevano perdere gasolio in sentina e facevano entrare aria nel circuito, facendo spegnere il motore. 


Abbiamo stretto il rubinetto del serbatoio; poi Max e Rossana hanno asciugato la sentina, raccogliendo tutto il gasolio versato. Abbiamo anche riempito il serbatoio olio con un altro kg di olio per un totale di 3,5 kg olio. Costo meccanico 170€ - costo marina 33€. Non erano messe in conto queste spese, ma tant’è. Verso le undici spegniamo il motore a andiamo a vela con andatura al traverso/lasco e velocità oltre i 6 nodi. Le previsioni meteo però non sono delle migliori. In Adriatico centrale sono previste burrasche e sull’Adriatico meridionale dei colpi di vento. Possiamo dire che gli avvisi di burrasca dovrebbero essere letti con una voce più tranquilla, questa sembra essere uscita dalla famiglia Adams, tipo Mortisia! Alle quattro del pomeriggio abbiamo purtroppo riacceso il motore sotto minaccia di un temporale e infatti dopo mezz’ora inizia a piovere. Cesare prova a mettere giù una traina, ma ancora una volta il pesce abboccato strappa via l’esca. È la quarta “wanda” che si perde!


Puntiamo verso Vieste, che si trova a 130 nm da noi in direzione 310°. Oggi comunque abbiamo fatto una navigazione a vela con il vento da SE a 10-15 nodi, facendo in 6 ore 45 nm! Abbiamo anche raggiunto gli 8 nodi! Secondo la tabella di marcia dovremmo essere a Vieste domattina alle sei, ovvero giovedì mattina. Invece il tempo perso ci farà arrivare non prima delle 17, con quasi dodici ore di ritardo. E visto che nelle prossime ore sono previsti venti in faccia, dubito che riusciremo a recuperare qualcosa... Fra l’altro a Vieste dovremo rifare gasolio, perché è il posto più vicino.

Alle undici di sera il vento è ancora rinforzato e anche il mare è cresciuto. Il pilota automatico non tiene e decido di timonare io. La barca batte pesantemente sull’onda e fa molta fatica ad avanzare. Le vele sono chiuse e si va solo a motore. Per andare bene a vela dovremmo andare fuori rotta di almeno 60 gradi e comunque sarebbe una navigazione molto difficile. 

 

25 giugno 2015 - Brindisi

 

Verso le tre del mattino siamo al traverso di Brindisi. Il cielo è coperto e il mare è nero come la pece. Non si vedono nemmeno arrivare le onde, che però picchiano ritmicamente contro la prua. Si vedono le luci della costa, e si vede benissimo la grande ciminiera con la fiamma accesa in cima. Dopo un consulto con Max, decidiamo di ridossarci in porto. Viriamo di 90° e con un po’ di onda al traverso faccio un po’ fatica a non far rollare la barca. Incomincio a vedere le luci dei moli esterni e, aiutato dalle indicazioni di Max, punto dritto fra i due fanali. Appena passato il molo di sopravvento la situazione muta radicalmente. Non c’è più onda, la barca ha smesso di saltare, attorno a noi c’è solo silenzio e perfino il rumore del motore che gira ci pare un sussurro. Passiamo uno dopo l’altro i vari bacini interni e alle tre e mezza siamo fermi in banchina, davanti alla scalinata della via Appia con le sue eterne colonne romane.

 

Un brutto risveglio.

 

Porca puttana! Un’esercitazione del cazzo e un paio di motoscafi dei pompieri e di non so chi hanno sollevato un’onda enorme che ci ha sbattuto contro la banchina facendoci un buco nel mascone di dritta. Per fortuna sopra il galleggiamento, ma ci tocca riparare la barca in cantiere!


Ci vorranno almeno un paio d’ore, forse tre, ma tocca stare qui fino a domani. Saremmo stati fermi lo stesso, ma dover aspettare i tempi del cantiere è una rottura di cazzo.

Andiamo alla guardia costiera a denunciare il fatto, e ci dicono che non possono fare molto, ma comunque il capitano è molto gentile e chiama lui il cantiere per vedere di accelerare il lavoro. Poi viene con noi a vedere il danno, e a fare un po’ di “indagine”. Scopriamo che non è stato il rimorchiatore, ma le 3 pilotine dei pompieri, GF e altri che hanno sollevato l’onda assassina. Il cap. prova e riprova a chiamare il cantiere, ma senza successo. Poi alla fine ci lasciamo con l’impegno da parte sua di metterci in contatto con il cantiere. Lasciamo l’ormeggio e dirigiamo alla Lega navale. In banchina attendiamo una chiamata che arriva verso ora di pranzo. Il cantiere ci chiede di mandargli un paio di foto per vedere il lavoro. Al pomeriggio ci confermano che l’appuntamento è per domattina alle 9. Andiamo quindi a farci un giro in città dopo aver confermato la notte alla LNI. La sera cena in barca e poi a nanna.



26 giugno 2015, venerdì

 

Stamattina si ripara la barca. Arriviamo in cantiere e con un gran vento facciamo un po’ di fatica ad ormeggiare. L’operaio del cantiere ci fa cambiare posto e ci mette in un punto più riparato, dove riesce a lavorare meglio. Dopo un paio d’ore chiude il buco alla perfezione, ma ci dà la brutta notizia che secondo lui la barca va riverniciata. Sarà un lavoro da fare a Ravenna. Ritorniamo alla LNI in attesa di una chiamata per sapere cosa pagare, ma nel pomeriggio la chiamata non arriva e quindi deduco che l’hanno fatta gratis. Speriamo. Tutto il pomeriggio passa a cercare un ormeggio a Bari, sperando che il meteo ci permetta di arrivarci, ma niente da fare, non ci sono posti. Alla fine, decidiamo di lasciare la barca a Brindisi. Speriamo che domani ci sia posto alla LNI.

 

27 giugno, sabato

 

Giornata delle decisioni – Oggi bisogna trovare a tutti i costi il modo di ricoverare Eleftheria. Vado subito all’Approdo delle Indie per vedere se hanno posto. Al telefono non rispondono e quindi prendo il traghettino e vado sull’altra riva. Trovo il gabbiotto del marina, con Chiara, una mora molto bella, tutta tatuata, che gentilissima mi dice che proverà a trovare un posto, ma con questo vento molte barche sono rifugiate e quindi non mi assicura nulla. L’ormeggio costa 29€ al giorno, oppure 500€ per 1 mese. Torno in barca un po’ sconsolato e vedo che gli altri sono tutti pronti a sbarcare. L’idea di attendere una risposta non è ovviamente ben accolta. Inizio quindi a telefonare anche agli altri marina. Il porticciolo Marina di Brindisi ha prezzi elevati, 48€ al giorno, oppure 610€ tutto il mese. Provo allora al cantiere Danese, sperando che abbiano degli ormeggi, ma non è così. Torno alla LNI implorando di rimanere per 2due settimane, ma sono inflessibili, niente da fare. Mi suggeriscono però un altro nome, il cantiere Balsamo, e speranzoso faccio una telefonata. È la soluzione giusta, costa 18€ al giorno, 278€ per 1 mese! Subito torna il sorriso tra l’equipaggio e in gran fretta prepariamo tutto e lasciamo gli ormeggi della LNI. Il vento mi complica la manovra di ormeggio al pontile, ma alla fine ce la facciamo. Sbarchiamo i bagagli e andiamo in stazione con un pimpante e magnifico tassista settantenne!

Il treno è in orario e andiamo dritti dritti a Bologna. Lungo la costa si vedono i frangenti del maestrale. Nulla di impossibile, ma sarebbe stata una navigazione faticosa e forse inutile. Più che altro per il fatto che il porto più vicino sarebbe stato fuori mano, e lasciare la barca a Vieste non era una buona idea; a Termoli o Pescara forse non saremmo neanche arrivati.

Dopo il Gargano il mare è piatto, come previsto, e viene rabbia a pensare che 100 miglia di mare ci hanno impedito di arrivare a destinazione.

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