Croazia 2016
3 Agosto 2016
Ci prepariamo alla prima crociera di Eleftheria e la meta non può che essere la Croazia. È vicina, è comoda, è bella, andiamoci! Siamo in barca con Cesare e Rossana e oggi stiamo preparando la barca per partire. La nostra meta è Vis e le isole lì attorno. Io e Lella non siamo mai stati in barca in Croazia, l’unico nostro viaggio da quelle parti risale agli anni ottanta, quando c’era ancora la Yugoslavia, e lo abbiamo fatto in macchina. Cesare e la Rossa invece ci sono stati altre volte e conoscono meglio luoghi e ormeggi. Fatta la cambusa, imbarcate le borse personali, riempiti i gavoni di vino siamo pronti a lasciare il pontile del CVR e navigare vero sud. Sono le otto di sera, è sereno e non c’è vento. Inizia l’avventura.
4 agosto 2016
Sono le cinque del mattino e purtroppo si va ancora a motore. L’aria è calda, si sta bene anche con i pantaloncini, basta solo una felpa. Mi sono accorto che il serbatoio è quasi a riserva. Probabilmente non era pieno del tutto quando siamo partiti. Dobbiamo dirigere a terra a fare il pieno perché con quello che c’è nelle taniche non arriveremo fino a Vis. Il porto più vicino è Pesaro e andiamo lì a fare gasolio. Cinque ore ci è costata questa deviazione, ma pazienza. Approfitto dell’acqua un po’ più chiara del mare marchigiano per scendere sotto la barca e dare una pulita alle prese d’acqua del piede dell’elica, che purtroppo si otturano con gran facilità. Ciò fatto ripartiamo, vela e motore, in direzione di Dugi Otok. Abbiamo cambiato programma e invece di puntare dritti a Vis, faremo dogana a Bozava, per poi navigare fra le varie isole croate sempre verso sud.
5 agosto 2016
La baia di Telascica |
6 agosto 2016 – Talasciza.
La notte è passata benissimo. Ho dormito tanto che non ho sentito neanche la pioggia che è caduta abbondante. Questa mattina il vento è calato, va a tratti e non supera i 15 nodi, e anche se preferiamo restare fermi ancora un giorno, vogliamo spostare la barca in un altro gavitello, più vicino alla costa, ma c’è una sorpresa che ci aspetta: la cima da 16mm che ci teneva ormeggiati è stata completamente mangiata dal beccheggio notturno: calza rotta, 4 trefoli su 16 rotti! Per fortuna che avevamo deciso di muoverci, altrimenti non ci saremmo mai accorti che eravamo appesi a pochi fili e chissà cosa sarebbe successo una volta scesi a terra con il tender e lasciata la barca tutto il giorno da sola.
7 agosto 2016 - Sali
Siamo sempre qua. Il meteo dà bora, ma qua dentro ci sono solo delle raffiche, anche forti, ma solo raffiche. Mi sono svegliato presto per fare il bagno mattutino, e sorpresa: attorno all’elica del fuoribordo c’è una matassa di filo attorcigliato che con grande fatica riesco a tagliare. Facciamo colazione e ci prepariamo a lasciare l’ormeggio, ma dopo un ulteriore consulto decidiamo di rimandare a domani e passare un altro giorno qua. Visto che abbiamo una giornata intera a disposizione mi metto a cucinare e preparo i pomodorini con capperi e origano, e poi faccio una bella “bobbia” con patate, peperoni, cipolle, melanzane e spezie. Dopo due ore di cucina è tutto pronto, ed è giunto il momento di fare il bagno. Il cielo è coperto e non è proprio caldo, ma fa niente. Mi metto il corpetto, pesi, pinne e maschera e vado ad esplorare un po’ di costa. C’è qualche pesce ma nell’insieme è un po’ deserto.
Il paese di Sali |
Rientro dopo un’ora e facciamo lo “spuntino di mezzogiorno”. Poi pomeriggio di cazzeggio in attesa di un altro bagnetto. Intanto le raffiche di vento non ci sono più, il gavitello è sempre più attorcigliato alla cima e per svolgerlo bisogna fargli fare un sacco di giri. Quando fa buio ceniamo con la bobbia già pronta e facciamo fuori altre 3 bocce di vino. Lo abbiamo quasi finito e la crociera è appena iniziata.
8 agosto 2016 – Talasciza – Rogoznica
Questa mattina il nostro viaggio prosegue verso Zirije. Abbiamo scelto quest’isola perché ha un golfo a sud molto riparato da un eventuale ritorno della bora, e poi dista solo una trentina di miglia da qui. La sveglia è prestissimo, e alle 6,30 siamo già col motore acceso pronti a far manovra. L’iPad è tornato a sbacchettare, ma abbiamo tutti il GPS nel telefono e non credo ci siano problemi. Si naviga un po’ a vela, per fortuna e facciamo i 5,5 nodi. Verso mezzogiorno arriviamo alla Stupica Uvala, ma è terribilmente piena di barche all’ancora. E poi c’è anche un po’ troppo vento. Non ci convince e cerchiamo una meta alternativa, ovvero un tranquillo marina sulla costa. La scelta cade su Rogoznica.
Arriviamo a Rogoznica nel pomeriggio; ormeggio tranquillo ma nel tentativo di scendere a terra con un salto, sbaglio misura, mi trovo sul molo attaccato a una bitta che afferro e annaspo per salire. Per fortuna mi aiuta un tipo che è sul molo, ma essendo a piedi nudi mi sono raschiato i piedi contro il cemento, con graffi in ogni dito e sulle ginocchia. Un vero strazio, con il sangue che esce da tutte le parti, e con Lella e gli altri che ridono a crepapelle per la scena da cartoon che ho appena recitato. Mi lecco le ferite, fasciando le dita con garza e cerotti. La prossima volta devo valutare meglio le mie capacità atletiche.
9 agosto 2016
Oggi affrontiamo l’ultimo tratto di navigazione per raggiungere Vis. Il tempo è bello, e c’è anche un po’ di aria da nord che ci permette di veleggiare al lasco. Lella è al timone e se la cava abbastanza bene, anche se dice sempre di non essere in grado.
10 agosto 2016
Abbiamo atteso che partisse il traghetto prima di entrare nel porticciolo di Vis e cercare un ormeggio in banchina. Il posto è strettissimo, e c’è una risacca molto fastidiosa. Comunque ci fermiamo e poi raggiungo Max e gli altri che hanno già ormeggiato. Vis è molto carina e pur azzoppato dalle mie ferite andiamo a fare un giro per la città io e Lella. Il fornaio ha delle specie di sfilatini ai semi di girasole e farina integrale ottimi. E anche lo strudel non è da meno. Arriviamo fino a Kut, dove c’è un altro marina e un gruppo di case e ristoranti.
Le stradine di Vis |
Dopo cena ci facciamo un rum in barca da noi, ma nel bel mezzo della degustazione arriva l’onda di risacca del traghetto creando uno scompiglio generale. Il catamarano accanto a noi si schianta sul molo facendo scoppiare un parabordo e sbattendo pesantemente con uno dei due scafi. Accendo subito il motore per cercare di tenermi lontano, ma è una gran fatica. Noi per fortuna non subiamo danni e la distanza dal molo è ok.
11 agosto 2016 – Vis
Oggi giornata di pausa per me. Non posso camminare perché ho anche una vescica sotto un dito, e quindi rimango in barca. Lella, Rossa e Cesare vanno a fare un giro verso Komiza, dall’altra parte dell’isola, cercando un sentiero che li porti lì. Io giro un po’ per la città e poi raggiungo Max & C. Pranziamo in barca da loro, con un’insalatona e con quei panini lunghi che fanno qua. Nel pomeriggio mi metto ai fornelli, perché abbiamo deciso di cenare in barca e voglio preparare le melanzane al forno. Purtroppo la melanzana comprata a VIS fa cagare, è piena di semi, inutilizzabile. Ne viene fuori quindi una teglia piccola, e per rimediare alla pochezza preparo anche dei peperoni all’aceto.
Quando ritornano gli altri mi raccontano di un giro bellissimo, con vegetazione mediterranea e altre piante, però è tutto un deserto, non c’è anima viva, nessun bar, niente da bere e da mangiare (per forza, penso io, se siete in giro per sentieri cosa pensate di trovare? mi sembra normale…)
Arriva la sera e andiamo tutti in barca da Max, che ha preso anche i cevapcici da fare fritti. Ottima serata, ma si sta preparando una notte da bora, e qui si inizia a ballare. Torniamo in barca, ci mettiamo a letto ma non chiudiamo occhio. Lella è in crisi di nervi e di pianto. Non vuole saperne, vuole scendere a terra, andar via, prendere il traghetto. Fatico a calmarla.
12 agosto - Vis
La mattina c’è ancora bora e mare che entrano in porto facendo ballare la barca. Occorre salpare al più presto e andare altrove e ripararsi. Pago alla reception e molliamo le cime uscendo a motore. Non prendiamo a sud per discendere la costa come era nella prima intenzione, ma puntiamo verso Hvar, per ripararci in un'insenatura. Il vento è dritto in faccia, ma proviamo lo stesso a veleggiare, mettendo la trinchetta, e in effetti funziona, pur di bolina molto stretta riusciamo a veleggiare.
13 agosto – Starigrad
Aspettiamo il meccanico, che verso le 10 arriva. Comincia a guardare tutto e vede che la perdita di olio è importante, e secondo lui viene dagli sportellini d’ispezione. Smonta tutto, mette del silicone e rimette a posto. Ci dice di aspettare qualche ora prima di mettere in moto. Costo: 500kn. Belli tranquilli andiamo a fare la spesa, ci vediamo con Max che intanto è arrivato insieme a Roberta, Giorgio e Barbara. Loro due sbarcano qui e vanno a prendere il traghetto per Split. Max e Roberta invece proseguono verso nord per iniziare poi a traversare per l’Italia. Quando siamo pronti per salpare ci accorgiamo che la spia dell’olio rimane ancora accesa. Cazzo! Comincia tutta una fila di prove per capere cosa non va; sto al telefono con Fabio, smonto il bulbo, il filtro, aggiungo olio, ma alla fine il verdetto è che la pompa non va. Il meccanico croato, Mario, è introvabile; solo dopo un bel po’ riusciamo a parlare con Toncj, anzi con sua moglie, che ci dice che Mario verrà domattina. Amen, ci mettiamo il cuore in pace. Per fortuna ci hanno messo la corrente elettrica, e così possiamo riattivare tutto. Cena in barca e poi a nanna.
Ps: doccia con acqua calda in barca!
14 agosto – Starigrad – Bobovisce
Stamattina dovrebbe arrivare Mario e rivedere il motore. Lo aspettiamo “nella mattinata”, ma sono già le 10,30 e non viene nessuno. Butta male. Ho provato più volte a telefonare ma non risponde. Poco dopo passa il nostro amico bolognese con sua figlia e ci suggerisce di dare qualche colpetto alla pompa con il martello, perché potrebbe essere solo “incantata”. E infatti mettiamo in moto, gli do due o tre martellate con il martello speleo e subito parte! Non sembra vero. Aspettiamo l’arrivo di Rossa e Lella che sono andate a vedere per il traghetto e poi partiamo. Non paghiamo la seconda notte, e sono ben 400kn risparmiate. Ci dirigiamo verso Milna, sull’isola di Brac, e visto che c’è un bel venticello navighiamo a vela, facendo dei bordi. Quando arriviamo nel canale fra Solta e Brac proseguiamo per Bobovisce, che ci sembra un luogo più carino. Proviamo a dare ancora ma c’è troppo fondo e non tiene. Così aspettiamo che si liberi un gavitello con cime a terra, che ci viene offerto a 150kn. Cena in barca con pesce d’uovo.
PS: l’acqua è freddina, e neanche trasparente; in compenso quando pulisco l’elica arrivano un sacco di occhiate!
15 agosto 2016 – Bobovisce – Split
Questa mattina non c’è un alito di vento. La notte è passata in assoluto silenzio e calma. La meta di oggi è Split, per portare Lella al traghetto di questa sera per Ancona. Prima però andiamo a cercare una baietta per fare un bagno. Costeggiamo Brac e il posto più carino ci sembra Uvala Martinovica. L’acqua è un po’ verde e un po’ azzurra, ma al solito pochi pesci e poca vegetazione. Questo mare è una delusione, non è per niente bello come sembra. Riprendiamo la rotta per Split, al timone c’è Lella, e verso l’una siamo ormeggiati al marina di Split. È finalmente un marina con bei servizi e ben riparato. Scendiamo subito a terra per andare a fare il biglietto del traghetto, e lo troviamo alla compagnia di navigazione SNAV, al prezzo di 44€ posto poltrona; parte alle 20,15 e arriva domattina alle 7,00. Visto che abbiamo tutto il pomeriggio libero facciamo un giro in città. Split è bella, e il palazzo di Diocleziano è proprio una perla incantata. Unico neo è che hanno riempito di tavoli, tavolini, ombrelloni, di bar e ristoranti ogni angolo della città, al punto che si fa fatica a girare per le vie e viuzze, e non si riesce a vedere una facciata di palazzo perché costantemente sotto questi ombrelloni. È proprio deprimente. Dopo aver lasciato Lella al traghetto torno in barca per cenare con Cesare e Rossa: penne al tonno e uova in salsa di pomodoro.
16 Agosto - Split – Grebastica (Primosten)
Questa mattina ci siamo alzati avvolto da una nebbia fittissima. Non si vede nulla e di lasciare l’ormeggio non se ne parla nemmeno. Aspettiamo che il sole scaldi l’aria e magari questa nebbia si dissolve.
Verso mezzogiorno "ritorna l'estate" e cominciamo la risalita verso nord. Solo motore per adesso, e prevediamo di andare a Primosten e metterci lì all’ancora per la notte. E così è. Caliamo l’ancora in 10 metri d’acqua, nella parte NE della larga baia. Bagnetto, mare più caldo ma al solito desertico, solo oloturie in abbondanza. Questa volta l’aperò è con gin tonic accompagnato da salame, olive taggiasche e tarallucci. La cena invece è fredda, con insalata di pomodoro, tonno in scatola e caprino con limone. Il tonno è finito e rimangono solo un po’ di sardine. Al tramonto Primosten è deliziosa, come tutte le città croate che sto vedendo. Si somigliano un po’ tutte con il campanile della chiesa principale che svetta al centro di un agglomerato di case appollaiate su una collinetta. Venezia ovunque da queste parti.
17 agosto – Primosten - Vrulije
Oggi c’è un po’ brezza, per fortuna e andiamo a vela. Stiamo entrando fra le isole dell’arcipelago della Kornat. Sembra un deserto, rocce nude e bianche, cespugli radi, nessun albero. Nelle piccole baie si vedono le barche a vela alla fonda dei turisti come noi, ma non si vedono case. Costeggiamo la grande isola di Kornat ed entriamo nel golfetto di Vrulije.
La baia di Vrulije a Kornat |
In fondo al golfo si vede un agglomerato di case, un po’ di movimento di persone. Il vento è cessato del tutto e diamo fondo in 7 mt d’acqua con 20 mt di catena. Vrulije è un borghetto piccolo e carino di poche case, qualche ristorante, un market minuscolo. Ricorda per dimensioni i pueblos del Centro America, dove il negozio è grande come una capanna e vende pochissime mercanzie. C’è però l’immancabile ristorante con i gavitelli. L’aria del posto è comunque molto tranquilla e rilassata. Dopo aver fatto il bagnetto, durante il quale abbiamo visto due lepri di mare e la prima e unica stella marina, abbiamo messo in acqua “Ev” e siamo andati in paese. Abbiamo ormeggiato sul moletto di un ristorante e poi siamo saliti in cima alla collinetta con un sentiero che porta al punto panoramico. È bastato poco, appena 100-150 mt di salita per avere un panorama bellissimo su tutto l’arcipelago di Kornat.
Liquori alle erbe a Vrulije |
Dopo una birra alla Konoba, siamo tornati in barca a preparare la cena: fusilli al sugo di salame e pomodoro, e parmigiano all’aceto balsamico.
18 agosto – Vrulije – Luka (Dugi Otok)
Lasciamo Vrulije e la sua aria tranquilla per continuare a risalire verso nord. Prima di lasciare Kornat ci fermiamo a fare un bagno in un’altra baia molto carina, Lučica, con un’acqua veramente trasparente e azzurra. Nel pomeriggio riprendiamo a navigare e costeggiamo Dugi Otok fino alla cittadina di Luka.
Il mare non ha più il colore che aveva a Kornat, ma è verde scuro e poco invitante per fare un bagno. Caliamo 30 metri di catena e scendiamo a terra con “Ev” per farci la solita “pivo+wine” alla konoba. Ritornando in barca ci accorgiamo di aver ancorato proprio accanto a una discoteca, speriamo bene per la notte…
Domani pensiamo di andare a Bozava a fare dogana e poi nel pomeriggio partire per la traversata.
19 agosto, venerdì – Luka – Bozava
Mentre dormo beatamente in cabina sento che qualcosa è cambiato fuori. Non faccio a tempo a svegliarmi che il rumore dei tuoni e l’arrivo rapidissimo della pioggia mi dicono chiaramente che si sta scatenando un temporale. Sono le otto del mattino e schizzo subito in coperta per guardare l’ancora e tenermi pronto ad accendere il motore. Le raffiche sono violente, ma l’ancora tiene benissimo, anche con la barca inclinata come stessimo andando di bolina. È durato solo mezz’ora, ma è stata una bella scarica di adrenalina. Finito il temporale prepariamo la barca e ci dirigiamo verso Bozava per fare dogana.
20 agosto - In Adriatico
Alle nove del mattino stiamo rientrando in acqua italiane. Cesare ha appena pescato un tonnetto, saranno un paio di chili almeno. Verso le undici incontriamo una corrente a favore che ci fa guadagnare più di 1 nodo di velocità. Meglio così, arriveremo prima consumando meno.
Cesare continua a pescare ma abboccano solo sgombri, di misura “da porta”, ma che vengono ributtati in mare un po’ inopinatamente su pressione mia a di Rossana. Alle tre del pomeriggio siamo di nuovo ormeggiati al CVR. Questa a sera ci aspetta un’altra cenetta in barca con il tombarello pescato in Croazia.
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