Croazia 2016

Quest’anno si va in Croazia. 

Dopo le peripezie del trasferimento di Eleftheria da Pantelleria a Ravenna abbiamo dovuto sbarcare il motore e revisionarlo interamente. Era messo molto male, con i cilindri pieni di incrostazioni, con i pistoni mangiati e con il sistema di raffreddamento mezzo otturato. Insomma è stato un miracolo che sia riuscito a portarci fino a Ravenna. L’inverno è passato facendo un sacco di lavori e lavoretti per riparare tutto quello che non andava o per migliorare le cose che potevano essere migliorate. A volte mi chiedo se quelle che faccio siano reali migliorie oppure delle banalità di poco conto; le cose risolutive (e costose) le rimando sempre ad altri tempi, e cambio una lampadina, tolgo un moschettone, metto una drizza nuova, pulisco, lucido... Alla fine però è un modo come un altro per conoscere sempre meglio la propria barca, e per adesso va bene così.


 

3 Agosto 2016

 

Ci prepariamo alla prima crociera di Eleftheria e la meta non può che essere la Croazia. È vicina, è comoda, è bella, andiamoci! Siamo in barca con Cesare e Rossana e oggi stiamo preparando la barca per partire. La nostra meta è Vis e le isole lì attorno. Io e Lella non siamo mai stati in barca in Croazia, l’unico nostro viaggio da quelle parti risale agli anni ottanta, quando c’era ancora la Yugoslavia, e lo abbiamo fatto in macchina. Cesare e la Rossa invece ci sono stati altre volte e conoscono meglio luoghi e ormeggi. Fatta la cambusa, imbarcate le borse personali, riempiti i gavoni di vino siamo pronti a lasciare il pontile del CVR e navigare vero sud. Sono le otto di sera, è sereno e non c’è vento. Inizia l’avventura.

 

4 agosto 2016

 

Sono le cinque del mattino e purtroppo si va ancora a motore. L’aria è calda, si sta bene anche con i pantaloncini, basta solo una felpa. Mi sono accorto che il serbatoio è quasi a riserva. Probabilmente non era pieno del tutto quando siamo partiti. Dobbiamo dirigere a terra a fare il pieno perché con quello che c’è nelle taniche non arriveremo fino a Vis. Il porto più vicino è Pesaro e andiamo lì a fare gasolio. Cinque ore ci è costata questa deviazione, ma pazienza. Approfitto dell’acqua un po’ più chiara del mare marchigiano per scendere sotto la barca e dare una pulita alle prese d’acqua del piede dell’elica, che purtroppo si otturano con gran facilità. Ciò fatto ripartiamo, vela e motore, in direzione di Dugi Otok. Abbiamo cambiato programma e invece di puntare dritti a Vis, faremo dogana a Bozava, per poi navigare fra le varie isole croate sempre verso sud.

 

5 agosto 2016

 

La baia di Telascica
Siamo alle Punte Bianche, ed è ancora buio. Vediamo le luci sulla costa davanti a noi e avanziamo a vela lentamente. Appena oltre il passaggio fra le isole delle Punte Bianche ammainiamo le vele e andiamo a motore fino al posto di polizia di Bozava. Le pratiche d’ingresso sono sempre un po’ lunghe, e c’è voluto più di un’ora per fare tutto, fra Kapitanija e Policija, al costo di 105€ per 15 gg di soggiorno; il permesso di navigazione vale un anno intero, anche se sarà difficile utilizzarlo prima della sua scadenza. Finalmente in regola con i documenti lasciamo lo scomodo ormeggio in banchina, dove uno vento molesto ci schiacciava i parabordi, e dirigiamo verso il lato sud dell’isola. L’idea è quella di entrare nel grande golfo di Talasciza e passare lì la notte ormeggiati ad un gavitello. Il meteo segnala che ci saranno un paio di giorni di bora, e infatti verso sera inizia a soffiare, non molto violenta, fra 20-30 nodi, credo, visto che non ho l’anemometro. Ceniamo lo stesso in pozzetto, con tortilla di patate, peperoni all’aceto, scamorza al limone e 2 bottiglie di vino. E per finire biscottini e rum. L’aria fresca si fa sentire e mi mettoo i fuseaux di lella, uno spettacolo! 

 

6 agosto 2016 – Talasciza.

 

La notte è passata benissimo. Ho dormito tanto che non ho sentito neanche la pioggia che è caduta abbondante. Questa mattina il vento è calato, va a tratti e non supera i 15 nodi, e anche se preferiamo restare fermi ancora un giorno, vogliamo spostare la barca in un altro gavitello, più vicino alla costa, ma c’è una sorpresa che ci aspetta: la cima da 16mm che ci teneva ormeggiati è stata completamente mangiata dal beccheggio notturno: calza rotta, 4 trefoli su 16 rotti! Per fortuna che avevamo deciso di muoverci, altrimenti non ci saremmo mai accorti che eravamo appesi a pochi fili e chissà cosa sarebbe successo una volta scesi a terra con il tender e lasciata la barca tutto il giorno da sola.



Nel nuovo ormeggio abbiamo cambiato cime e anche attacco, non più sotto il gavitello, ma direttamente dentro la gassa della cima legata al corpo morto. Fatto ciò decidiamo di andare a fare un giro a Sali, sull’altro lato di Dugi Otok, che si può raggiungere con un breve sentiero. L’attacco del sentiero è alla fine del fiordo, che dista circa 300/400 metri dalla barca. È ora di mettere in acqua il tender, anzi l’annexe. È la prima volta che lo usiamo in crociera, e visto che siamo in quattro e Ev è un “due posti” occorre fare diversi viaggi. Il motore va molto piano, ma fa il suo dovere. In fondo al fiordo c’è un piccolo porticciolo con una banchina galleggiante. Accostiamo e vediamo che ci sono due bagnanti nudisti, che scappano al nostro arrivo. Comunque, faccio scendere le due signore e torno a prendere Cesare. Finito il trasbordo attacchiamo il sentiero e in un’ora e mezza siamo a Sali. È una cittadina con un porticciolo pieno di barche da diporto, una banchina piena di bar e altri servizi turistici. Ci fermiamo a prendere una birra e un gelato, ma la birra non ce l’hanno! In Croazia? È uno scandalo! Poi si torna in barca e visto che non abbiamo mangiato nulla tutto il giorno facciamo un aperitivo prima di cena. Al solito secchiamo 3 bottiglie di vino, più il rum, che è tragicamente finito!

 

7 agosto 2016 - Sali


Siamo sempre qua. Il meteo dà bora, ma qua dentro ci sono solo delle raffiche, anche forti, ma solo raffiche. Mi sono svegliato presto per fare il bagno mattutino, e sorpresa: attorno all’elica del fuoribordo c’è una matassa di filo attorcigliato che con grande fatica riesco a tagliare. Facciamo colazione e ci prepariamo a lasciare l’ormeggio, ma dopo un ulteriore consulto decidiamo di rimandare a domani e passare un altro giorno qua. Visto che abbiamo una giornata intera a disposizione mi metto a cucinare e preparo i pomodorini con capperi e origano, e poi faccio una bella “bobbia” con patate, peperoni, cipolle, melanzane e spezie. Dopo due ore di cucina è tutto pronto, ed è giunto il momento di fare il bagno. Il cielo è coperto e non è proprio caldo, ma fa niente. Mi metto il corpetto, pesi, pinne e maschera e vado ad esplorare un po’ di costa. C’è qualche pesce ma nell’insieme è un po’ deserto.

Il paese di Sali

Rientro dopo un’ora e facciamo lo “spuntino di mezzogiorno”. Poi pomeriggio di cazzeggio in attesa di un altro bagnetto. Intanto le raffiche di vento non ci sono più, il gavitello è sempre più attorcigliato alla cima e per svolgerlo bisogna fargli fare un sacco di giri. Quando fa buio ceniamo con la bobbia già pronta e facciamo fuori altre 3 bocce di vino. Lo abbiamo quasi finito e la crociera è appena iniziata. 

 

8 agosto 2016 – Talasciza – Rogoznica

 

Questa mattina il nostro viaggio prosegue verso Zirije. Abbiamo scelto quest’isola perché ha un golfo a sud molto riparato da un eventuale ritorno della bora, e poi dista solo una trentina di miglia da qui. La sveglia è prestissimo, e alle 6,30 siamo già col motore acceso pronti a far manovra. L’iPad è tornato a sbacchettare, ma abbiamo tutti il GPS nel telefono e non credo ci siano problemi. Si naviga un po’ a vela, per fortuna e facciamo i 5,5 nodi. Verso mezzogiorno arriviamo alla Stupica Uvala, ma è terribilmente piena di barche all’ancora. E poi c’è anche un po’ troppo vento. Non ci convince e cerchiamo una meta alternativa, ovvero un tranquillo marina sulla costa. La scelta cade su Rogoznica.

Arriviamo a Rogoznica nel pomeriggio; ormeggio tranquillo ma nel tentativo di scendere a terra con un salto, sbaglio misura, mi trovo sul molo attaccato a una bitta che afferro e annaspo per salire. Per fortuna mi aiuta un tipo che è sul molo, ma essendo a piedi nudi mi sono raschiato i piedi contro il cemento, con graffi in ogni dito e sulle ginocchia. Un vero strazio, con il sangue che esce da tutte le parti, e con Lella e gli altri che ridono a crepapelle per la scena da cartoon che ho appena recitato. Mi lecco le ferite, fasciando le dita con garza e cerotti. La prossima volta devo valutare meglio le mie capacità atletiche.

 

9 agosto 2016

 

Oggi affrontiamo l’ultimo tratto di navigazione per raggiungere Vis. Il tempo è bello, e c’è anche un po’ di aria da nord che ci permette di veleggiare al lasco. Lella è al timone e se la cava abbastanza bene, anche se dice sempre di non essere in grado. 


Nel primo pomeriggio siamo a Vis, doppiamo la punta est dell’isola e raggiungiamo Max che si trova poco più giù in una baia ben riparata da un gruppo di isolette. L’ormeggio lo facciamo con “cima a terra” ed è la prima volta per me. La cena la faremo in barca da Max, e intanto mi cimento con Ev. Ho però qualche problema con il motore. Prima lo metto sul tender e perde un bel po’ di benzina mentre lo posiziono. Poi si mette in moto ma dopo un po’ si spegne. Rimaniamo in mezzo al mare io e Cesare senza motore e senza remi! Ci lasciamo portare dalla corrente fino ad incontrare la cima a terra di Max e con quella ci tiriamo fino alla sua barca. Non capisco cosa c’è che non va, forse la candela, o forse è ingolfato, oppure la benzina che non riesco a capire se è aperta o chiusa. Stacco il tubicino della benzina e verifico. Poi rimonto tutto ma ancora non parte. Finalmente ce la fa, ma arrivato da Eleftheria si ferma di nuovo. Smonto di nuovo il tubicino e verifico il verso giusto di a/c. Lo trovo, rimonto, tiro l’aria e finalmente riparte. Adesso ho capito il verso!!

 

10 agosto 2016

 

Abbiamo atteso che partisse il traghetto prima di entrare nel porticciolo di Vis e cercare un ormeggio in banchina. Il posto è strettissimo, e c’è una risacca molto fastidiosa. Comunque ci fermiamo e poi raggiungo Max e gli altri che hanno già ormeggiato. Vis è molto carina e pur azzoppato dalle mie ferite andiamo a fare un giro per la città io e Lella. Il fornaio ha delle specie di sfilatini ai semi di girasole e farina integrale ottimi. E anche lo strudel non è da meno. Arriviamo fino a Kut, dove c’è un altro marina e un gruppo di case e ristoranti. 


Le stradine di Vis
Passiamo anche davanti a un meraviglioso cinema all’aperto lungo il mare, eccezionale! Rientriamo in barca verso le 17 e poi ci prepariamo per andare a cena fuori. La doccia si rivela una trappola, con una coda lunghissima! Solo verso le 21 siamo tutti pronti per la cena nella Konoba che abbiamo prenotato. La scelta non è ampia, ma la bistecca che prendo è ottima, e anche le acciughe da antipasto. Il vino è così così, ma onorevole. Il numero dei bicchieri di rosso e bianco è da segnalare; dopo innumerevoli equivoci capiamo che la domanda che ci pone il cameriere è “quale tipo di bicchieri vogliamo e quanti di rosso e quanti di bianco”. Sbagliamo continuamente il numero da dare ma alla fine riusciamo a quagliare; al momento di portarceli però non ce n’è a sufficienza per cui alla fine ci porta quello che capita!

Dopo cena ci facciamo un rum in barca da noi, ma nel bel mezzo della degustazione arriva l’onda di risacca del traghetto creando uno scompiglio generale. Il catamarano accanto a noi si schianta sul molo facendo scoppiare un parabordo e sbattendo pesantemente con uno dei due scafi. Accendo subito il motore per cercare di tenermi lontano, ma è una gran fatica. Noi per fortuna non subiamo danni e la distanza dal molo è ok.

 

11 agosto 2016 – Vis

 

Oggi giornata di pausa per me. Non posso camminare perché ho anche una vescica sotto un dito, e quindi rimango in barca. Lella, Rossa e Cesare vanno a fare un giro verso Komiza, dall’altra parte dell’isola, cercando un sentiero che li porti lì. Io giro un po’ per la città e poi raggiungo Max & C. Pranziamo in barca da loro, con un’insalatona e con quei panini lunghi che fanno qua. Nel pomeriggio mi metto ai fornelli, perché abbiamo deciso di cenare in barca e voglio preparare le melanzane al forno. Purtroppo la melanzana comprata a VIS fa cagare, è piena di semi, inutilizzabile. Ne viene fuori quindi una teglia piccola, e per rimediare alla pochezza preparo anche dei peperoni all’aceto. 


Quando ritornano gli altri mi raccontano di un giro bellissimo, con vegetazione mediterranea e altre piante, però è tutto un deserto, non c’è anima viva, nessun bar, niente da bere e da mangiare (per forza, penso io, se siete in giro per sentieri cosa pensate di trovare? mi sembra normale…)

Arriva la sera e andiamo tutti in barca da Max, che ha preso anche i cevapcici da fare fritti. Ottima serata, ma si sta preparando una notte da bora, e qui si inizia a ballare. Torniamo in barca, ci mettiamo a letto ma non chiudiamo occhio. Lella è in crisi di nervi e di pianto. Non vuole saperne, vuole scendere a terra, andar via, prendere il traghetto. Fatico a calmarla.

 

12 agosto - Vis

 

La mattina c’è ancora bora e mare che entrano in porto facendo ballare la barca. Occorre salpare al più presto e andare altrove e ripararsi. Pago alla reception e molliamo le cime uscendo a motore. Non prendiamo a sud per discendere la costa come era nella prima intenzione, ma puntiamo verso Hvar, per ripararci in un'insenatura. Il vento è dritto in faccia, ma proviamo lo stesso a veleggiare, mettendo la trinchetta, e in effetti funziona, pur di bolina molto stretta riusciamo a veleggiare. 


Col passare delle ore il vento cala un po’ e riusciamo ad aprire randa e genoa. Veleggiare con tre vele aperte è magnifico. Entriamo dentro la baia di Starigrad per cercare un ormeggio, ma appena riaccendiamo il motore vediamo che la spia rossa non si spegne. Apro il vano motore e trovo la sentina piena d’olio. Panico! Andiamo subito in porto, al minimo, ormeggiamo e chiediamo un meccanico. Metto giù la passerella per scendere a terra, ma non appena ci monto su si spacca in mille pezzi. Porcaccia, il carabottino ha ceduto ed è da buttare. Altro guaio! Ci armiamo di santa pazienza e decidiamo di comprare un asse di legno e farci noi una nuova passerella. Viene un bel lavoro, con tanto di moquette, fatto con un tappetino Ikea, per non graffiare la barca. Costo 5-6 € tutto compreso. La sera cena in barca, in attesa che arrivi il giorno dopo. Abbiamo conosciuto un italiano, bolognese, e il suo amico barbuto Gandalf.

 

13 agosto – Starigrad

 

Aspettiamo il meccanico, che verso le 10 arriva. Comincia a guardare tutto e vede che la perdita di olio è importante, e secondo lui viene dagli sportellini d’ispezione. Smonta tutto, mette del silicone e rimette a posto. Ci dice di aspettare qualche ora prima di mettere in moto. Costo: 500kn. Belli tranquilli andiamo a fare la spesa, ci vediamo con Max che intanto è arrivato insieme a Roberta, Giorgio e Barbara. Loro due sbarcano qui e vanno a prendere il traghetto per Split. Max e Roberta invece proseguono verso nord per iniziare poi a traversare per l’Italia. Quando siamo pronti per salpare ci accorgiamo che la spia dell’olio rimane ancora accesa. Cazzo! Comincia tutta una fila di prove per capere cosa non va; sto al telefono con Fabio, smonto il bulbo, il filtro, aggiungo olio, ma alla fine il verdetto è che la pompa non va. Il meccanico croato, Mario, è introvabile; solo dopo un bel po’ riusciamo a parlare con Toncj, anzi con sua moglie, che ci dice che Mario verrà domattina. Amen, ci mettiamo il cuore in pace. Per fortuna ci hanno messo la corrente elettrica, e così possiamo riattivare tutto. Cena in barca e poi a nanna.

Ps: doccia con acqua calda in barca!

 

14 agosto – Starigrad – Bobovisce

 

Stamattina dovrebbe arrivare Mario e rivedere il motore. Lo aspettiamo “nella mattinata”, ma sono già le 10,30 e non viene nessuno. Butta male. Ho provato più volte a telefonare ma non risponde. Poco dopo passa il nostro amico bolognese con sua figlia e ci suggerisce di dare qualche colpetto alla pompa con il martello, perché potrebbe essere solo “incantata”. E infatti mettiamo in moto, gli do due o tre martellate con il martello speleo e subito parte! Non sembra vero. Aspettiamo l’arrivo di Rossa e Lella che sono andate a vedere per il traghetto e poi partiamo. Non paghiamo la seconda notte, e sono ben 400kn risparmiate. Ci dirigiamo verso Milna, sull’isola di Brac, e visto che c’è un bel venticello navighiamo a vela, facendo dei bordi. Quando arriviamo nel canale fra Solta e Brac proseguiamo per Bobovisce, che ci sembra un luogo più carino. Proviamo a dare ancora ma c’è troppo fondo e non tiene. Così aspettiamo che si liberi un gavitello con cime a terra, che ci viene offerto a 150kn. Cena in barca con pesce d’uovo.

PS: l’acqua è freddina, e neanche trasparente; in compenso quando pulisco l’elica arrivano un sacco di occhiate!

 

15 agosto 2016 – Bobovisce – Split

 

Questa mattina non c’è un alito di vento. La notte è passata in assoluto silenzio e calma. La meta di oggi è Split, per portare Lella al traghetto di questa sera per Ancona. Prima però andiamo a cercare una baietta per fare un bagno. Costeggiamo Brac e il posto più carino ci sembra Uvala Martinovica. L’acqua è un po’ verde e un po’ azzurra, ma al solito pochi pesci e poca vegetazione. Questo mare è una delusione, non è per niente bello come sembra. Riprendiamo la rotta per Split, al timone c’è Lella, e verso l’una siamo ormeggiati al marina di Split. È finalmente un marina con bei servizi e ben riparato. Scendiamo subito a terra per andare a fare il biglietto del traghetto, e lo troviamo alla compagnia di navigazione SNAV, al prezzo di 44€ posto poltrona; parte alle 20,15 e arriva domattina alle 7,00. Visto che abbiamo tutto il pomeriggio libero facciamo un giro in città. Split è bella, e il palazzo di Diocleziano è proprio una perla incantata. Unico neo è che hanno riempito di tavoli, tavolini, ombrelloni, di bar e ristoranti ogni angolo della città, al punto che si fa fatica a girare per le vie e viuzze, e non si riesce a vedere una facciata di palazzo perché costantemente sotto questi ombrelloni. È proprio deprimente. Dopo aver lasciato Lella al traghetto torno in barca per cenare con Cesare e Rossa: penne al tonno e uova in salsa di pomodoro.

 

16 Agosto - Split – Grebastica (Primosten)

 

Questa mattina ci siamo alzati avvolto da una nebbia fittissima. Non si vede nulla e di lasciare l’ormeggio non se ne parla nemmeno. Aspettiamo che il sole scaldi l’aria e magari questa nebbia si dissolve. 

Verso mezzogiorno "ritorna l'estate" e cominciamo la risalita verso nord. Solo motore per adesso, e prevediamo di andare a Primosten e metterci lì all’ancora per la notte. E così è. Caliamo l’ancora in 10 metri d’acqua, nella parte NE della larga baia. Bagnetto, mare più caldo ma al solito desertico, solo oloturie in abbondanza. Questa volta l’aperò è con gin tonic accompagnato da salame, olive taggiasche e tarallucci. La cena invece è fredda, con insalata di pomodoro, tonno in scatola e caprino con limone. Il tonno è finito e rimangono solo un po’ di sardine. Al tramonto Primosten è deliziosa, come tutte le città croate che sto vedendo. Si somigliano un po’ tutte con il campanile della chiesa principale che svetta al centro di un agglomerato di case appollaiate su una collinetta. Venezia ovunque da queste parti.

 

17 agosto – Primosten - Vrulije

 

Oggi c’è un po’ brezza, per fortuna e andiamo a vela. Stiamo entrando fra le isole dell’arcipelago della Kornat. Sembra un deserto, rocce nude e bianche, cespugli radi, nessun albero. Nelle piccole baie si vedono le barche a vela alla fonda dei turisti come noi, ma non si vedono case. Costeggiamo la grande isola di Kornat ed entriamo nel golfetto di Vrulije.


La baia di Vrulije a Kornat

In fondo al golfo si vede un agglomerato di case, un po’ di movimento di persone. Il vento è cessato del tutto e diamo fondo in 7 mt d’acqua con 20 mt di catena. Vrulije è un borghetto piccolo e carino di poche case, qualche ristorante, un market minuscolo. Ricorda per dimensioni i pueblos del Centro America, dove il negozio è grande come una capanna e vende pochissime mercanzie. C’è però l’immancabile ristorante con i gavitelli. L’aria del posto è comunque molto tranquilla e rilassata. Dopo aver fatto il bagnetto, durante il quale abbiamo visto due lepri di mare e la prima e unica stella marina, abbiamo messo in acqua “Ev” e siamo andati in paese. Abbiamo ormeggiato sul moletto di un ristorante e poi siamo saliti in cima alla collinetta con un sentiero che porta al punto panoramico. È bastato poco, appena 100-150 mt di salita per avere un panorama bellissimo su tutto l’arcipelago di Kornat. 
Liquori alle erbe a Vrulije
Che non è poi così brullo come appariva dal mare, ma al contrario nella sua parte interna è coltivato ad ulivi e si vedono anche tante altre aree coltivate. Ora si spiega meglio come mai in una delle ultime case prima di salire per il sentiero ci fosse uno spazio in cortile con una tavola su cui si vendeva olio, liquori e altre conserve.

Dopo una birra alla Konoba, siamo tornati in barca a preparare la cena: fusilli al sugo di salame e pomodoro, e parmigiano all’aceto balsamico.

 

 

18 agosto – Vrulije – Luka (Dugi Otok)

 

Lasciamo Vrulije e la sua aria tranquilla per continuare a risalire verso nord. Prima di lasciare Kornat ci fermiamo a fare un bagno in un’altra baia molto carina, Lučica, con un’acqua veramente trasparente e azzurra. Nel pomeriggio riprendiamo a navigare e costeggiamo Dugi Otok fino alla cittadina di Luka. 


Il mare non ha più il colore che aveva a Kornat, ma è verde scuro e poco invitante per fare un bagno. Caliamo 30 metri di catena e scendiamo a terra con “Ev” per farci la solita “pivo+wine” alla konoba. Ritornando in barca ci accorgiamo di aver ancorato proprio accanto a una discoteca, speriamo bene per la notte…

Domani pensiamo di andare a Bozava a fare dogana e poi nel pomeriggio partire per la traversata.

 

19 agosto, venerdì – Luka – Bozava

 

Mentre dormo beatamente in cabina sento che qualcosa è cambiato fuori. Non faccio a tempo a svegliarmi che il rumore dei tuoni e l’arrivo rapidissimo della pioggia mi dicono chiaramente che si sta scatenando un temporale. Sono le otto del mattino e schizzo subito in coperta per guardare l’ancora e tenermi pronto ad accendere il motore. Le raffiche sono violente, ma l’ancora tiene benissimo, anche con la barca inclinata come stessimo andando di bolina. È durato solo mezz’ora, ma è stata una bella scarica di adrenalina. Finito il temporale prepariamo la barca e ci dirigiamo verso Bozava per fare dogana. 


Riusciamo a trovare un buco nel piccolissimo porticciolo di Bozava poggiando la prua in banchina, giusto per stare un paio d’ore in attesa che i vari uffici aprano. Alle cinque del pomeriggio siamo pronti per la traversata di ritorno e provo a far timonare Rossana, che credo non lo abbia mai fatto prima. Ci riesce, senza difficoltà e in un paio d’ora ci porta fuori dalle Punte Bianche in mare aperto. Sono le sette di sera, niente vento, circa 100 nm per Ravenna, pilota automatico e motore a 1800 giri. 

 

20 agosto - In Adriatico

 

Alle nove del mattino stiamo rientrando in acqua italiane. Cesare ha appena pescato un tonnetto, saranno un paio di chili almeno. Verso le undici incontriamo una corrente a favore che ci fa guadagnare più di 1 nodo di velocità. Meglio così, arriveremo prima consumando meno.

Cesare continua a pescare ma abboccano solo sgombri, di misura “da porta”, ma che vengono ributtati in mare un po’ inopinatamente su pressione mia a di Rossana. Alle tre del pomeriggio siamo di nuovo ormeggiati al CVR. Questa a sera ci aspetta un’altra cenetta in barca con il tombarello pescato in Croazia.

 


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