Salento 2020 - 3.Da Gallipoli a Ravenna
22 agosto, Gallipoli – Porto Badisco.
Oggi anche Siria e Francesco lasciano la barca per fare rientro a casa. Il loro Flixibus parte alle dieci e anche noi molliamo gli ormeggi dopo aver fatto il pieno d’acqua alla fontanella vicino al porto. La scelta di non comprare bottiglie di acqua minerale è stata saggia. Non solo per l’ambiente ma anche per lo stivaggio, visto che occupano un mucchio di spazio. E poi non è così difficile trovare dei posti dove riempirle. Sarebbe una gran cosa che tutte le città si dotassero di fontanelle di acqua potabile sempre accessibili e pulite, sicuramente ci guadagneremmo tutti. Una leggera brezza ci fa avanzare verso Leuca a 6 nodi ma non dura molto. Verso le 14 doppiamo Leuca e mettiamo la prua a Nord verso Porto Badisco. Per tutta la giornata alterniamo motore e vele e la navigazione procede placidamente. Verso le 19 siamo dentro la piccola ma affascinante baia di Porto Badisco.
È un’insenatura stretta e profonda che termina con una spiaggia di sabbia. Non vi sono costruzioni visibili sulla costa, ad eccezione di un bar ben mimetizzato: si notano solo gli ombrelloni e i tavolini e si sente la musica, gradevole per fortuna. A Porto Badisco c’è anche la Grotta dei Cervi, famosa per i dipinti murari risalenti al Paleolitico. Entriamo nella piccola insenatura e siamo l’unica barca a vela presente. Il fondo è di roccia, ed è anche profondo. Caliamo l’ancora sperando che non si incastri in qualche punto faticoso da liberare. Dopo un paio di tentativi l’ancora prende; Daniel si tuffa per il controllo di rito e ci dà l’ok. Poi va anche a mettere una cima a terra per sicurezza. La baia è aperta a sud-ovest, e in questo momento la poca aria che c’è viene da nord. Ceniamo a bordo e ci godiamo il cielo stellato.
23 agosto – Porto Badisco – Gargano
Stamattina facciamo il “tuffo della sveglia” prima del caffè e poi molliamo gli ormeggi. Non so come ho fatto, ma ho perso una pinna. È caduta in mare ieri sera o stamattina e non l’abbiamo più trovata. L’abbiamo cercata in tre ma non c’è stato verso, sparita! Che sfiga, erano nuovissime, comprate un mese fa! Pazienza.
Lasciamo Porto Badisco con l’idea di andare a Torre dell’Orso a fare il bagno e poi di raggiungere il Gargano per passare lì la notte. C’è un po’ di aria e così facciamo una tranquilla bolina a 5 nodi fino a Torre S. Andrea, dove arriviamo verso l’ora di pranzo.
24 agosto - Gargano
La notte è passata tranquilla, ci siamo alternati in pozzetto con turni di due ore di guardia e quattro di riposo. Anche stamattina non c’è aria e si va a motore. È solo verso le due che finalmente arriva un po’ di vento, quando siamo a circa 30 miglia dalla costa del Gargano. È da nordest, quindi bolina, attorno ai 10 -15 nodi. Molto bene, Hendrix è al timone, io e Daniel in pozzetto a regolare le vele e a far foto, Eleftheria viaggia a 5-6 nodi. Ma dopo un paio d’ore il vento sale ancora, e anche l’onda comincia ad aumentare; siamo costretti a ridurre un po’ il genoa per stare meno sbandati e nonostante tutto facciamo ancora 7 nodi, con anche una punta a 8!
È divertente ma dura poco perché verso le otto di sera arriviamo sotto costa e lì non c’è più aria, riparati come siamo dalle bianche scogliere del Gargano. Però c’è un po’ di onda fastidiosa e quindi proviamo ad entrare in porto, a Mattinata. Al telefono indicato nel portolano non risponde nessuno e non c’è un VHF a cui rivolgersi; infiliamo la prua in porto nella speranza di trovare qualcuno a cui chiedere informazioni ma non vediamo nessuno; l’ecoscandaglio ci dice che non c’è molto fondo, ma per adesso è sufficiente per il metro e ottanta della deriva di Eleftheria.
Incontriamo solo dei ragazzi su un gommone che ci dicono di metterci dove vogliamo. Mi avvicino in banchina ma non c’è abbastanza fondo; ci spostiamo sull’altro lato del porticciolo cercando un posto dove dare àncora, distante dai pochi pontili e mentre stiamo facendo manovra arriva un gommone con a bordo un tizio che sbraita a non finire, che dice che gli stiamo portando via le catene dal fondo, che non possiamo stare lì, che dobbiamo andare fuori dal porto subito. Un vero cafone, come il tizio dal benzinaio a Gallipoli. Sarà un caso ma mi sembra che tutta questa “solidarietà e amicizia” fra gente di mare sia una gran balla e che in realtà i diportisti stiano sulle scatole a tutti, in particolare se non sono “diportisti paganti”. La mia personale esperienza in Puglia fino a oggi è decisamente negativa.
Usciamo dal porto e ci muoviamo lungo la costa alla ricerca del posto migliore dove mettere l’ancora. La notte la passiamo a Cala della Zagara, fra raffiche di vento e temporali tutto attorno a noi, ma per fortuna niente pioggia.
25 agosto – Cala della Zagara - Tremiti
Siamo all’ancora con calma di vento. Temevo di non riuscire a dormire stanotte per via delle onde e del vento, invece nulla. Si sta placidamente con la catena a picco. Il promontorio del Gargano ci ha protetto per bene dal vento da nord e il maltempo è rimasto sull’altro versante. Ci sono altre due barche ferme in baia, una a motore e una vela. Forse anche loro stanno aspettando che il meteo migliori per lasciare il riparo. Il vento da nord dovrebbe infatti diminuire in serata per cui lasceremo l’ormeggio dopo cena, con l’idea di andare alle Tremiti. Sono a circa 44 miglia da qui e se tutto va bene, motore o vela che sia, domattina dovremmo essere lì. Intanto ci riposiamo, facciamo il bagno, leggiamo, chiacchieriamo...
La piccola lingua di sabbia e ciottoli di fronte alla nostra barca è deserta. Ci andiamo a nuoto e vediamo anche un cartello che vieta la sosta, a causa dei sassi che possono cadere dalla parete.
Non c’è nessun altro accesso se non dal mare. Più in là invece, dove l’insenatura della baia è più profonda, c’è un vero e proprio “bagno”, con ombrelloni e sdraio, ma anche qui con un accesso talmente scomodo e ripido che hanno dovuto metter degli ascensori per portare i bagnanti fino al mare.
Quando fa buio, e dopo aver controllato ancora una volta le previsioni, ritiriamo l’ancora e ci prepariamo a doppiare il Gargano. Motore più randa con 2 mani di terzarolo, per tenere la barca più stabile possibile in quello che credo sarà un mare un po’agitato.
Isola di Capraia (Tremiti) |
26 agosto – Tremiti
Come previsto l’onda in mare c’è, ed è anche tanta, ma si cammina benissimo, anzi è piacevole timonare. Doppiamo Vieste, che dista solo 10 miglia, e poi accostiamo per 290° verso le Tremiti. Si viaggia a circa 5 nodi e la costa scorre alla nostra sinistra illuminata dalle luci dei vari paesini: Peschici, Rodi Garganico, Foce di Varano. Alle 6,30 del mattino siamo alle Tremiti. Non c’è nessuno in mare, i gavitelli fra S. Domino e S. Nicola sono affollati di barche. Cerchiamo un passaggio per poter raggiungere Caprara e dare àncora lì, l’unico posto accessibile. L’acqua è trasparente e sperando di non beccare la statua di Padre Pio caliamo 20 metri di catena. Barca ferma, motore spento, silenzio. Passiamo un’altra riposante giornata di mare, ma questa volta facendo uno snorkeling degno di questo nome. In tarda mattinata comincia il solito via vai di turisti che vengono a vedere Padre Pio e la calma del primo mattino finisce.
Pazienza, il mare è di tutti. Nel pomeriggio ci prepariamo per riprendere la navigazione. Alle 16,30 issiamo l’ancora e ci avviamo per la nostra ultima navigazione verso Ravenna. Sono 200 miglia, da fare in unica tirata. Per le prime tre ore sfruttiamo la poca aria che c’è riuscendo ad andare al lasco a circa 5 nodi. Poi il vento muore e si va di motore.
27 agosto - Conero
Ancora una volta il rientro in Adriatico dalla crociera estiva è tristemente solo a motore. Per tutta la notte abbiamo navigato a 5 nodi circa. Verso le dieci del mattino abbiamo anche aggiunto 20 litri di gasolio dalla tanica, per sicurezza. Verso le 17 arriviamo al Conero e ci fermiamo per fare il bagno. L’acqua non è come alle Tremiti, ma è accettabile. Peccato che sia un po’ troppo mossa. Approfittando del poco vento che è arrivato lasciamo il nostro scomodo ormeggio e riprendiamo a veleggiare verso Ravenna. Fino a mezzanotte si va bene, poi di nuovo a motore tutta la notte fino alle dieci e mezza del mattino, quando entriamo fra le dighe del porto di Ravenna e ci dirigiamo al nostro posto barca. Eleftheria è di nuovo al pontile F, dopo aver percorso altre 900 miglia di crociera estiva.
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