Grecia 2018 - Cefalonia e Itaca
13 agosto – Preveza - Lefkas - Meganisi
Stamattina Lella torna a Bologna. Ieri abbiamo prenotato un taxi che ci viene a prendere davanti al Marina di Preveza. Alle sette in punto siamo davanti alla reception ad aspettare, ma non c'è nessuno. Comincio a guardare ossessivamente l’orologio. Avrà capito? Non è che dovevamo andare noi in piazzetta? Nel dubbio ci avviamo lentamente verso il parcheggio dei taxi ma ecco che finalmente arriva. Tutto ok, l’aeroporto è proprio a due passi e si percorre un tunnel sottomarino per raggiungerlo. L’imbarco è puntuale, Lella sale in aereo, e nello stesso tempo arrivano Daniel e Sara per l’ultima parte di crociera greca. Non li vedo ad Azio, ma li trovo direttamente al pontile che chiacchierano con Pappa e Valeria. Bene, il nuovo equipaggio si sta formando. Non ho però risolto il discorso àncora e quindi mi fiondo in negozio per l’acquisto. La scelta va su una Delta d 12 kg. Me l’ha consigliata anche un altro velista con una barca come la nostra, per cui mi sono fidato. Insieme a Pappa la montiamo sul musone di Eleftheria e alle 12 in punto molliamo gli ormeggi. Fuori dal canale ci sono i soliti 10 nodi al traverso e di bolina larga filiamo a 6,5 nodi.
Tutti al timone a turno per fare le prove. Passato il canale riapriamo le vele ma c’è poco vento e si va piano piano a non più di 5 nodi. Arrivati vicino a Meganisi, crolla del tutto il vento e a motore ci portiamo dentro la baia di Elia. L’ancora nuova prende subito, ma non come mi aspettavo. Bisogna anche saperle dare le ancore, non fanno mica tutto da sole! Comunque siamo fermi, cime a terra, bagno, aperitivo con birra, albana e tarallucci. In pace e in silenzio. Per cena insalatona tipo “nicoise” o tipo “ci metto tutto quello che mi viene in mente”.
Martedì 14 agosto 2018 - Meganisi – Fiskardo (Cefalonia)
Anche stamattina non c’è un filo di vento, come sempre la mattina presto. Mare liscio come l’olio e rito del bagno mattutino per risvegliarmi. Ieri l’equipaggio ha preso confidenza con la barca e tutti sono stati al timone, sia a motore che a vela. Il cielo è coperto, si vedono tante pecorelle e ha l’aria di non voler aprire. Dopo colazione partiamo per Fiskardo.
Sono una ventina di miglia e dovremmo esserci nel giro di qualche ora. Passata Meganisi ci dirigiamo verso Itaca ed entriamo nel canale che porta in mare aperto. Qui il vento c’è, apriamo il genoa e andiamo a 6 nodi. Non voglio aprire anche la randa, mi sembra sufficiente così. Per fare meglio la virata teniamo la vela a collo per qualche istante e la virata risulta fattibile anche così, senza l’aiuto della randa. Dopo circa quattro ore siamo a Fiskardo, con soli tre bordi. Il fiordo di Fiskardo è pieno di barche, ma c’è ancora spazio per fermarsi. Mettiamo l’ancora con 30 mt di catena e cime a terra e ci fermiamo accanto ad una simpatica coppia, lei francese lui turco. Hanno una piccola nassa che hanno appena salpato piena di pesci. Li hanno pescati proprio lì, in porto, mettendo come esca solo delle fette di pane nel fondo della nassa. Geniale e proficuo, è un sistema che voglio copiare. Poco dopo arrivano accanto a noi dei ragazzi pugliesi poco esperti, che fanno un po’ di casino con parabordi e cime, ma alla fine si fermano anche loro. È un gran caldo e al solito c’è una grande umidità.
15 agosto – Fiskardo e baie varie lungo costa
Questa notte la sveglia è arrivata alle cinque con un gruppo di francesi ubriachi che tornavano dalla discoteca e camminavano lungo il sentiero che passa accanto alla barca. Non sono più riuscito a riprendere sonno e alla fine mi sono svegliato del tutto. Alle sette ero già in pozzetto a scrivere questo diario. Alle 8,30 si sono svegliati anche gli altri e dopo colazione ci siamo messi all’opera per salpare. Direzione “baie varie” per fare il bagno e trovarne una adatta per la notte. La prima che vediamo ha un’acqua molto bella, ma è troppo aperta alle onde dei traghetti e delle barche a motore, per cui si balla troppo. Facciamo il bagno e poi ne cerchiamo un’altra. In questa non c’è risacca come nella prima, ma ha un’acqua meno bella. Però ha l’aria non turistica, con barchini di locali e una casetta sulla spiaggia con una famiglia di gatti e gattini che vengono subito adottati da Valeria e Pappa. Nella baia c’è anche una vasca di allevamento pesci un po’ più a sud e distante da noi, ma quasi certamente è questo il motivo che toglie limpidezza all’acqua. Nel pomeriggio si alza il vento, che spinge tanto ma la nostra àncora è ben salda!
Dopo una lotta con le vespe, ormai di casa in ogni baia, ci prepariamo per la cena più incasinata di tutta la crociera. Le patate sono rimaste crude e quindi non possiamo usarle per l’insalata con i fagiolini. Si cambia menù: insalata greca e le patate le mettiamo in padella con il parmigiano. Però ci sono i fagiolini aperti e non possiamo buttarli e quindi li facciamo con aglio e peperoncino. Però la “greca” non piace a tutti, per via del pomodoro e del cetriolo e quindi… vedremo come va a finire. La cena è ottima e si va a nanna con la pancia piena.
![]() |
Sveglia con temporale a Cefalonia |
16 agosto - Ormos Fakongilos – Vathi (Itaca)
Stanotte l’aria ha rinfrescato e infatti stamattina ci sono molte nuvole in cielo. Cefalonia, alle nostre spalle è coperta di nubi nere. Con grande fretta salpiamo l’ancora e ci dirigiamo sul lato est di Itaca, che però è da circumnavigare tutta. Saranno una decina di miglia e comincia già a piovere. In meno di mezz’ora si scatena il temporale, con tuoni e fulmini. Io resto in coperta con Valeria al timone; gli altri sotto a mettere a posto, e Sara a dormire nella sua cabina (sic!).
Il vento è molto forte, le raffiche arrivano senz’altro a 40 nodi, o qualcosa di simile.
Vediamo in lontananza un traghetto che sta uscendo da Itaca diretto probabilmente a Sami. Dopo un po’ rientra e la cosa ci lascia preoccupati. Ma subito dopo è di nuovo fuori. Intanto il maltempo continua; in mare ci siamo solo noi. Dopo circa un’ora la visibilità è pochissima, Cefalonia si vede appena, ma tutto sta per finire. Adesso nel canale incontriamo un’altra barca che va nella direzione opposta alla nostra. Poi il tempo migliora e, sempre a motore, arriviamo alla baia di Vathì, e poi in porto. Le banchine sono affollate, ma riusciamo ad infilarci in un ormeggio lasciato libero da un 40 piedi appena partito. Diamo àncora in due metri d’acqua con 20 metri di catena: rapporto 1 a 10, mai avuto!
![]() |
Ormeggiati a Vathi - Itaca |
Vathì è molto carina, piena di gente come si conviene nei giorni di ferragosto. Andiamo a cercare una lavanderia, che troviamo e che usiamo nel pomeriggio per fare i nostri lavaggi di roba sozza. Poi relax, giro negozi, birra... fino a cena. Per 17 € a testa ci rimpinziamo di brutto, perfino con l’agnello (preso da Valeria). Prima di andare a nanna ci facciamo però un rum in un bar.
![]() |
Itaca con gatto |
Venerdì 17 agosto – Vathì – Lefkas – Preveza
Stamattina partenza alle 7,30 per Lefkas. Cerchiamo una baietta dove fare un bagno a Meganisi, sulla costa ovest dove non siamo mai stati. L’acqua non è bellissima ma si fa. C’è un po’ di onda dei barchini che passano facendo su e giù dalle isole e quindi decidiamo di andare via. Arriviamo a Lefkas dopo una divertente e stretta bolina, con tanti bordi come se fossimo in regata. Quando entriamo in porto ci dicono che non c’è posto. Non ci resta che spostarsi verso il porto cittadino e aspettare all’ancora che apra il ponte per poi dirigersi verso Preveza. L’ormeggio è perfetto, ormai ci abbiamo preso la mano. Come mi è stato insegnato prima si pulisce la barca e poi ci si pulisce noi. E così, mano alla manichetta dell’acqua e via a togliere il sale dagli acciai e dalla coperta. Valeria però si taglia un dito del piede inciampando su un bozzello e gli spunta pure un gran livido sull’alluce. Mai vista una cosa così! Niente ristorante stasera, si cena in barca.
18 agosto – Preveza - Antipaxos
Alle 10,20 partenza a motore. Velocità 5,5 knt. A 2000 giri. Arrivo ad Antipaxos alle quattro del pomeriggio. Ormeggiamo accanto ad una barca di svedesi, tutti biondi, grandi, prestanti, secondo noi gay e un po’ nazi. Dopo un po’ arriva un First 345 di un inglese con 2 bimbe a bordo. Fantastici! Sembrano dei marinai in miniatura, conoscono benissimo le cose da fare e dialogano con il loro papà come farebbe un mozzo con il comandante. Li aiutiamo comunque a dare àncora con la cima a terra perché in questa baia il fondale è un po’ “a cratere” con un buco centrale e i bordi che salgono in fretta verso le rocce. Finito l’ancoraggio le bimbe vanno in acqua e sono eccezionali, fanno snorkeling al buio con le pile, mentre il babbo va a pesca con la muta. Iniziano le congetture su come mai sono insieme su questa barca: 1) lui è separato e le porta in barca d’estate mentre lei le prende d’inverno; 2) lei è morta e lui quindi le ha con sè e vivono in barca da tempo; 3) lei lo ha lasciato per via della barca, ma alle bimbe piace la barca e quindi stanno con il papà. E via di questo passo, mentre la bottiglia di vino sul nostro tavolo del pozzetto finisce, e le palpebre pesanti cominciano a far chiudere gli occhi. Mi stendo sul letto della cabina di prua osservando le stelle, che sono sempre tante in cielo.
19 agosto – Antipaxos – Corfù
Dopo una notte caldissima e umida stamattina alle 6,30 ci siamo svegliati e abbiamo salpato l’ancora. Stiamo andando a motore, a 5,7 knt a 1900 giri. Fra quattro ore scarse dovremmo essere a Gouvia. Fermata la barca al pontile H, facciamo il programma per fare tutto quello che serve per la partenza di domani. Ci aspetta una no-stop di 4 giorni per arrivare a Ravenna e dobbiamo provvedere a far cambusa, riparare un canestrello della randa che si è rotto, fare gasolio, mettere via Ev in gavone, etc...
Sistemata Eleftheria approfittiamo della piscina del Marina e andiamo a rilassarci a mollo. Una pausa ristoratrice in attesa di andare a Corfù centro per la cena. È l'ultima che facciamo in Grecia e vogliamo scegliere un ristorante buono. Il bus passa proprio accanto al Marina e in dieci minuti siamo in centro. Io devo anche comperare un nuovo paio di occhiali, perché quelli che avevo li ho rotti e il nastro adesivo con cui li ho riparati non tiene più. Corfù è sempre strapiena di turisti e non è stato facile trovare un ristorante poco affollato e soprattutto un po’ isolato. Ne troviamo uno in una piazzetta un po’ in disparte, con il pavimento leggermente in discesa, ma affrontabile. La proprietaria parla anche un po’ di italiano perché ha studiato in Italia. Non ricordo cosa abbiamo ordinato di preciso, so però che non ricordo un solo nome di piatti, per cui presumo che sia stata “una cena nella norma”. Ritorniamo in barca subito dopo aver mangiato, domattina la partenza è alle 5 ed è meglio riposare qualche ora prima di affrontare la lunga navigazione di ritorno.
Commenti
Posta un commento