Grecia 2018 - Corfù – Ravenna no stop



20 agosto, lunedì

Puntuali ed efficienti alle 5,30 del mattino lasciamo Gouvia con prua a Nord per aggirare il canale con l’Albania e poi andare verso l’Italia. Velocità 5,1 knt, bussola 43°, pressione 1009 mb, cielo sereno. Siamo in pozzetto con Pappa al timone e Valeria di guardia; Sara e Daniel sono sottocoperta. Il sole sta per sorgere e c’è una luce molto bella. Scendo giù in cabina a prendere la macchina fotografica ma metto un piede male sulla scaletta, non prendo il gradino e piombo di sotto sbattendo con il torace contro l’angolo del lavello. Una fitta tremenda mi toglie il fiato, arranco verso la cabina di prua e mi stendo a pancia in giù sul letto. Da fuori sento Valeria che mi chiede “tutto bene?” “Sì, tutto bene” rispondo, mentendo spudoratamente. Per qualche minuto faccio fatica a respirare, non riesco ad aprire i polmoni e far entrare l’aria che mi necessita, ma accenno un respiro affannato, corto e rapido. Poi lentamente migliora ma sento un gran male al fianco sinistro. Passerà, ma per il momento chiedo a Pappa di restare al timone, io vorrei rimanere un po’ steso a letto per cercare di riprendermi.

 

Dal diario di bordo: Ore 6,15 – il comandante, cercando di domare le scale della barca, si ferisce e il suo fiero equipaggio prende il comando della nave e, circumnavigata Corfù, prende la direzione del porto di Ravenna


Pappa e Valeria al comando di Eleftheria


Il male al fianco non passa, e credo che mi verrà un livido della madonna. Mi sono rimesso in piedi ma faccio fatica a respirare normalmente. Valeria mi dà un Voltaren, e questo mi aiuta un po’. La navigazione procede a motore, e il mio turno di timone lo fa Daniel. Siamo a 204 miglia da Vieste, in totale ne dovremo fare più di 400 se non ricordo male, speriamo di tornare in forma quanto prima.

Tutta la giornata navighiamo senza vento diretti a Vieste. Alle otto di sera abbiamo percorso 80 miglia, io sto andando avanti a compresse di Voltaren che mi danno sollievo e i miei compagni di viaggio si alternano al timone. Un po’ d’aria c’è, ma è Maestrale in faccia, e quindi ci rallenta anziché aiutarci. Nel pomeriggio abbiamo avvistato un gruppo di delfini, poi più nulla.



21 agosto - Adriatico meridionale

Ore 7,30 – 41°02059N – 17°47368E – prua 309° - distanza da Vieste 79 nm


Il poco vento in faccia ci fa consumare ugualmente molto gasolio e temo che con le taniche e il pieno che abbiamo non riusciremo ad arrivare a Ravenna, se non arriva un po’ di vento a farci aprire le vele. Per adesso è meglio così, perché farei fatica a gestire le manovre, anche se penso che gli altri riuscirebbero benissimo a farlo in autonomia, seguendo le mie indicazioni; in fondo non è che sia così complicato, soprattutto per chi ha già dimestichezza con corde, carrucole, moschettoni, etc... Il canale 68 dice che c’è un NE3, il mare è mosso con tendenza NE4. Per adesso noi abbiamo solo un venticello in faccia da NO, e un pochino di onda appena accennata, tutto il contrario.

Abbiamo rifatto i conti del gasolio e non conviene puntare su Vieste, meglio farlo prima; cambiamo rotta, andiamo a Mola di Bari, la ormai mitica Mola, nella quale mi fermerò per la terza volta. Poco fa ho sentito Max, anche lui in navigazione da queste parti; è a 15 miglia poco più a nord. Non credo che riusciremo a vederci, la nostra deviazione per Mola ci farà perdere parecchie ore.



22 agosto –Adriatico centrale

 

Stanotte alle due circa abbiamo passato Vieste, sempre e solo a motore. Io questa mattina mi sento un po’ meglio, riesco ad alzarmi da letto solo con tre manovre, ovvero facendomi rotolare da una parte all’altra, prendevo velocità e dando un colpo di reni, dopo aver stretto i denti! Maledetto livido, che sta anche aumentando. Verso mattino arriva un po’ di arietta da ovest (altro che nord est!) e così vado in coperta per dare disposizioni per aprire le vele e spegnere il motore. Si veleggia, finalmente. 

 

Dal diario di bordo:

 

Ore 8.00 – 42°8705N – 15°54698E

Prende il timone il capitano, con vento costante da ovest si decide di aprire tutte le vele e si spegne il motore. Così facendo aumentiamo la velocità fino a una media di 5,2 knt. Il tempo è buono, il mare leggermente increspato. Il morale è alto e l’equipaggio non dà ancora segni di denutrizione! Barometro 1016, invariato.

 

A mezzogiorno siamo a 119 miglia da Ancona. Di Max non ho più notizie. Con lui c’è a bordo Cesare, che è venuto giù a Brindisi a dargli una mano per riportare la barca a Ravenna. Noi proseguiamo di nuovo a motore, e da diverse miglia stiamo costeggiando una lunghissima rete da pesca senza riuscire a passarla, anzi siamo costretti a variare la nostra rotta e dirigerci verso terra per evitare di sbatterci contro. Dietro di noi, non molto distante, vediamo un peschereccio che avanza nella nostra stessa direzione. Probabilmente sta salpando la rete, ma non ne siamo sicuri.



La navigazione procede pigramente; io miglioro un po’ e mi sono preparato un “giaciglio” con i cuscini in pozzetto; anche se non partecipo ai turni sto comunque insieme agli altri, fosse solo per dare qualche dritta se mi viene chiesta. Sono un po’ provato da questo dolore al fianco che smette solo quando prendo l’antidolorifico, e ne sto prendendo in continuazione. Ne ho fatto fuori una scatola intera. 

 

Il diario di bordo recita:

ore 20,00 – 42°47N – 14°53E – 5,6 knt – 311° motore. Abbiamo 2 mani per la notte, non si sa mai. Oggi tanti avvistamenti di tartarughe. Non per cena, che sarà a base di vongole (in vasetto), 800 gr di spaghetti, 600 gr di pomodoro e 1 prosecco!

 

23 agosto, giovedì – Adriatico centrale

 

La notte è passata tranquilla e alle sei del mattino siamo a 27 miglia da Ancona. C’era un bel gruppo di delfini che correvano nella nostra stessa direzione, anche più grandi di quelli di ieri. Probabilmente stenelle, che in Adriatico e in tutto il Mediterraneo abbondano. Tolta la mano di terzaroli predisposta per la notte apriamo anche le vele per sfruttare un po’ d’aria. Purtroppo si va a solo 4 nodi, ma in silenzio.

Avanziamo verso Ancona e temiamo in un'altra sosta per rifornimento. Per Ravenna manca ancora tanto, il vento è troppo instabile e non possiamo rischiare di trovarcelo in faccia forte e di avanzare a motore consumando tantissimo. Per fortuna sto un po’ meglio; dopo tre giorni di sofferenze le costole oggi vanno meglio.

 


Alle 13,30 arriviamo al Marina Dorica di Ancona; il benzinaio è proprio lì all’ingresso sulla destra, ma chiude alle 13 e riapre alle 14! Poco male, ci tocca aspettare solo una mezz’oretta. Sara, Daniel e Valeria vanno a cercare un posto dove magiare qualcosa; io e Pappa invece restiamo in barca, in attesa del benzinaio. Lasciato il Marina Dorica dopo aver messo altri 70 litri di gasolio apriamo il genoa ma il rullafiocco non gira. Cerco di capire cosa è successo e mi accorgo che la penna non è più collegata al tamburo in alto, si è scucito l’occhiello che la teneva fissa al moschettone e quindi non è apribile al momento. Nessun problema, armiamo la trinchetta al suo posto e andiamo benissimo lo stesso. La nostra trinchetta arriva fino in testa d’albero e anche se è ingarrocciata allo stralletto e non è rollabile si gestisce abbastanza facilmente. Certo da soli è un po’ più complicato, bisogna metterla giù e fissarla alle draglie prima che possa cadere in acqua, ma nulla di ché. 

 

Dal diario di bordo: 

23 agosto - Adriatico settentrionale

Ore 20 – siamo al traverso di Pesaro. Vento nix. Siamo un po’ bevutelli per via del Donellino e della birra, ma procediamo. Arrivo previsto a Ravenna ore 4:15

Ore 23 – Siamo passati da Azalea, tutta illuminata. Siamo sempre a motore e vela. Leggero vento da terra, facciamo 5,6 knt.

 


24 agosto 2018 

 

È notte. Le luci della costa romagnola sono senza soluzione di continuità. Da Cattolica e Ravenna c’è un’unica grande città lunga più di 70 chilometri, che nelle notti d’estate è sempre sveglia e illumina tutto questo tratto di mare. Vediamo correre le auto lungo le strade costiere, con le luci che a volte sembrano navi in movimento, e a volte si scambiano per fari costieri. Non c’è la luna stanotte, ma il plancton riempie con il suo riflesso verde la superfice del mare. Fra poche ore saremo in porto, ormeggiati ai pontili del circolo velico. Eleftheria è tornata a casa dopo 2.500 miglia. 

 

Ps: la mattina seguente sono andato al pronto soccorso per farmi controllare ed il responso del medico è stato di quattro costole rotte, una incrinata e un mese di riposo assoluto. Non gli ho detto che venivo da 4 giorni di fila di navigazione in mezzo al mare in barca a vela, non me la sono sentita.

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